lunedì 12 dicembre 2011

UNA PARTE DI ME

Caro Signor Ladro,
lei oggi si è impossessato della mia macchina fotografica. Non era nemmeno un anno che ce l'avevo, appena sei mesi, non sapevo nemmeno usarla bene. Dentro c'erano ancora delle foto che non avevo scaricato sul computer. Lei mi ha rubato anche dei ricordi, se ne rende conto? Insieme alla mia macchina lei si è portato via un sacco di sogni, tutte quelle foto che avrei voluto fare e che non ho fatto, tutte quelle foto che avrei fatto in futuro e che no farò per causa sua. La mia bella borsa, l'obiettivo potente, cavi vari e carica batterie; solo ieri mi son portato tutto a tracolla per le vie di Milano, chi se lo sarebbe aspettato che sarebbe stato per l'ultima volta? Lei dirà: si ma in fin dei conto era solo una macchina fotografica... , e invece no, era la mia macchina fotografica, tanto desiderata, comprata dopo una lunga selezione. Il primo grande "investimento economico" perchè è venuto anche prima dell'auto. Mi aveva accompagnato in Spagna e in Grecia quest'estate. Aveva sopportato il caldo e lo sporco, producendo delle gran belle foto come ricordo di esperienze da ricordare. Mi accompagnava spessissimo anche se qualche volto mi dimenticavo di caricarla. Chissà dove sarà adesso, chissà cosa ne faranno, chissa se la stanno trattando bene. Forse verrà venduta... mi auguro almeno a qualcuno che la tratti bene. Chissà quelle mie foto che ho perduto, chissà se qualcuno le vedrà mai.
Ora sullo scaffale in ordine è rimasto uno spazio vuoto dove prima c'era la mia bella borsa della Nikon con macchina e obiettivo dentro. Mi chiedo ma perchè proprio a me doveva venire a rubare lei! Ma perchè non l'ho lasciata sul sedile dell'auto la borsa con la macchina fotografica ieri sera...
Sono davvero triste e inorridito. E' davvero inquietante che qualcuno abbia violato l'intimità della nostra casa e che mi abbia preso qualcosa a cui tenissi davvero molto.
Caro Signor Ladro, sa cosa le dico? almeno poteva prendersi anche il librone sulla fotografia che c'è sul mio comodino, guardarlo adesso è come una pugnalata al cuore.

venerdì 2 dicembre 2011

GIRO-VAGANDO

A poche ore dal sorteggio per i campionati europei di calcio che si terranno in Polonia ed Ucraina, mi ritrovo rinchiuso in casa con febbre e mal di gola. Questa sera sapremo, io e il mio (solito) compagno di avventura quali partite vedremo, ma soprattutto quali paesi e città vivremo in qui gioni all'est.
Da tempo volevo fermare un ricordo in queste righe. Colgo l'occasione oggi pomeriggio di narrare del nostro Interrail dell'agosto del 2009. Per nostro naturalmente intendo mio e di Andrea, unico a sposare il leggermente folle progetto.
Partiamo dall'inizio. Perchè? Dopo la fantasmagorica esperienza dell'estate del 2007 in cui intraprendemmo un viaggio dentro noi stessi e verso Santiago de Compostela, avevo ormai capito che la solita sedentaria vacanza al mare non mi bastava più. Nel 2008 feci un tentativo con la Via Francigena, pensando di ritrovare la magia spagnola, ma fu un buco nell'acqua. Quello di cui avevo bisogno era qualcosa di itinerante, in continuo movimento e alla continua scoperta. Decidemmo così di partire alla "scoperta" dell'Europa, muniti di un Pass che ci avrebbe permesso di prendere qualsiasi treno...o quasi.
Il 3 agosto 2009 partiamo con direzione Munchen; ci accompagna Zecca in auto alla stazione di Chiasso (CH). Cambiamo treno a Lugano e poi ci fermiamo qualche ora alla stazione di Zurigo. A Monaco dormiamo nell'Hostel Meininger: moderno, curato e ospitale. Siamo in camera con due australiani. Il giorno successivo ci dedichiamo alla visita della città; ricordi nitidi del parco, del suo beer-garten e del birrificio HB la sera.
Il 5 agosto si parte alla volta di Wien. Troviamo posto all'ostello Ruthensteiner, altro gran bel posto pieno di ragazzi giovani. Nel dormitorio da sei letti c'è anche una australiana (sono dappertutto questi canguri!). Il giorno stesso per errore raggiungiamo Schonbrun, mentre il mattino seguente visitiamo invece il Prater e il centro (Stephenplatze). Un ricordo piacevolessimo delle due serate in Ostello e della chiacchierata con Laura, giovane di Lione.
Il 7 agosto è la volta di prebdere il treno per Budapest. Prima vera tappa all'est. La stazione è un caos incredibile; ci lasciamo convicere per dormire in un ostello che poi si rivela essere un colleggio vuoto in estate, una desolazione unica... Visitiamo Pest, il belvedere, attraversiamo il Danubio e poi affamati ci mangiamo una pizza in piazza con un paio di birre. Il giorno successivo bagno delle famose terme del Gellert, uno spettacolo unico, un posto davvero indescrivibile, sembrava quasi di nuotare in una chiesa. Di nuovo in centro per gli ultimi monumenti, poi relax al parco. E' il già il momento di riprendere il treno, fortunatamente passiamo una sola notte in quel tetro casermone del nostro Ostello.
Treno con cuccette per Krakow. Viste le mie dimensioni e l'anzianità del treno il viaggio non è sicuramente dei migliori, ma ci permette di recuperare ore sulla tabella di marcia e di provare anche questa esperienza.
Alle 6.33 del 9 agosto siamo a Cracovia. Una ricerca meticolosa degli Ostelli su internet ci porta verso il centro al Mama's. Il posto è incredibile, molto accogliente e a misura di travellers. Decidiamo di fermarci tre notti per riprenderci un pò dalla stanchezza, anche se ci toccherà cambiare camera ogni mattina! Di Cracovia voglio assolutamente ricordare: il quartiere ebraico, la Messa in polacco, la cena al self-service "Chimera" col succo di carota, la serata "vodka", la visita ad Auschwitz-Birkenau, la cena a base di Piroghi, la miniera di sale di Wielizcka e i suoi 380 scalini e il sosia di Ago. Se mai ripasseremo da Cracovia sappiamo sicuramente dove alloggiare!
Il 12 agosto è la volta di dirigersi verso Prague. La sveglia suona alle 5.45, siamo noi a svegliare la tipa della reception che dorme sul bancone per poter fare il checkout. Spesi gli ultimi Zloti in schifezze per il viaggio ci attende un lungo viaggio nello stesso scompartimento con due interrailers inglesi. Decidiamo di fermatci al Traveller's Hostel; posto un po' infelice, ma, in fondo, non può mica andarci sempre bene... Camera da tre con un attempato ciclista Olandese che ci ricorda vagamente un bel attore americano. Visitiamo la città, io ci sono già stato anni prima per un capodanno. Ci facciamo guidare dalla guida (a questo serve in effetti): muro di John Lennon, ponte, bambin Gesù di Praga e cena in un ristorantino. Niente Jazz Club, pochi soldi e molto sonno. Mi faccio al barba finalmente. Il giorno dopo è dedicato alla visista del castello e della cattedrale di S.Vito.
Il 14 agosto ci dirigiamo verso Berlin. Il treno è fantastico, già si capisce la bellezza e la funzionalità dei traporti tedeschi. Ci accoglie la HBF, mostruosa stazione dei treni berlinese con binari a vari livelli. Ci sistemiamo all'East Seven, ostello molto carino e curato; ci dirigiamo quindi verso il duomo, i suoi giardiini e la Porta di Brandeburgo dove  c'è il villaggio dei Mondiali di Atletica che iniziaranno il giorno successivo. Dopo la cena in ostello incontriamo due ragazzi canadesi che avevamo già visto a Cracovia! Il mattiino seguente di buon ora attendiamo mio cugino Marco che, vivendo a Berlino, ci accompagnerà per la giornata e ci ospiterà nel suo appartamento per la notte. Riusciamo a vedere il Muro, a fare un ricchissimo Brunch, a bere un birra al Sony Center, ad assistere al 20 Km di marcia dei Mondiali di Atletica e a mangiare un buonissimo kebab da Alì Babà. Riusciamo a prenotare a casa di Marco gli ostellii per Amsterdam e Parigi. Cena con Hamburger e patitine (alla faccia del mangiare sano) e quindi film "Mama mia!" in lingua originale.
Il mattino seguente, è il 16 agosto, prendiamo un bus che ci porta alla stazione centrale. lasciamo la bella Berlino con un pò di rammarico. Tappa a Duisburg e quindi rotta verso Amsterdam. Non senza qualche difficolta riusciamo a trovare il nostro ostello tra canali e viuzze molto simili. L'ostello non è un granchè, si sviluppa in verticale come quasi tutte le abitazioni qua, e naturalmente noi siamo all'ultimo piano. in due giorno riusciam a mangiare sempre male, a vedere il museo di Van Gogh, a riposarci al parco, a passare per il quartiere a luci rosse e  a trovare la casa di Anna Frank.
Il 18 agosto ritorniamo alla stazione di Amsterdam senza sbagliare strada. Abbiamo due cambi di treni da fare: ad Anversa e a Lille. Nel viaggio verso Anversa da segnalare che partecipo ad uno scherzo telefonico tra due ragazzi molto "raffinati".
Il nostro ostello è nella tranquilla Montmartre, in camera con noi c'è anche un italiano (Antonino) che ci accompagna dopo cena al Sacre Cuor, a Pigalle, e in zona Moulin Rouge. Il 19 è dedicato alla visita del Louvre, giardini di Touleries, Camps Elysées, Arc de Triomphe e Tour Eifelle; la sera dopo cena prendiamo una birra al bar del film "Il favoloso mondo di Amelie". Il 20 agosto ci dirigiamo a Versailles, mi colpiscono più i giardini che la reggia vera e propria. Il pomeriggio ci rechiamo al cimitero di Pere Lachaise con le sue tombe famose. Il giorno seguente è dedicato al Musee d'Orsay, Notre Dame, Giardini di Lussemburgo, Centre Pompidou.
Decidiamo che l'ultima sera di questo avventuroso viaggio la trascorreremo ai piedi della Tour Eifelle illuminata, davvero suggestiva quando viene fatta sbriluccicare. Domani si torna a casa, il nostro viaggio è finito.
Il 22 agosto ci dirigiamo verso Como. Con quattro treni (Paris est-Basilea; Basilea-Zurigo; Zurigo-Lugano; Lugano-Como) e un autobus (Como-Lurate Caccivio) riusciamo a tornare a casa indipendentemente.
In venti giorni abbiamo visitato più stati che nel resto della nostra vita, abbiamo avuto in mano un sacco di monete diverse dalla nostre e abbiamo sentito parlare svariate lingue. Abbiamo incontrato un sacco di giovani viaggiatori col desiderio di conoscere gli altri e il mondo; ci siamo resi conto che il mondo è davvero grande e vale assolutamente la pena di girarlo tutto. Ci siamo messi in gioco e siamo stati ripagati con una esperienza incredibile.
Ho scritto questo lunghissimo post per ringraziare Andrea, il mio compagno d'avventura, e perchè questi ricordi non vadano persi nel tempo come lacrime nella pioggia.