lunedì 12 dicembre 2011

UNA PARTE DI ME

Caro Signor Ladro,
lei oggi si è impossessato della mia macchina fotografica. Non era nemmeno un anno che ce l'avevo, appena sei mesi, non sapevo nemmeno usarla bene. Dentro c'erano ancora delle foto che non avevo scaricato sul computer. Lei mi ha rubato anche dei ricordi, se ne rende conto? Insieme alla mia macchina lei si è portato via un sacco di sogni, tutte quelle foto che avrei voluto fare e che non ho fatto, tutte quelle foto che avrei fatto in futuro e che no farò per causa sua. La mia bella borsa, l'obiettivo potente, cavi vari e carica batterie; solo ieri mi son portato tutto a tracolla per le vie di Milano, chi se lo sarebbe aspettato che sarebbe stato per l'ultima volta? Lei dirà: si ma in fin dei conto era solo una macchina fotografica... , e invece no, era la mia macchina fotografica, tanto desiderata, comprata dopo una lunga selezione. Il primo grande "investimento economico" perchè è venuto anche prima dell'auto. Mi aveva accompagnato in Spagna e in Grecia quest'estate. Aveva sopportato il caldo e lo sporco, producendo delle gran belle foto come ricordo di esperienze da ricordare. Mi accompagnava spessissimo anche se qualche volto mi dimenticavo di caricarla. Chissà dove sarà adesso, chissà cosa ne faranno, chissa se la stanno trattando bene. Forse verrà venduta... mi auguro almeno a qualcuno che la tratti bene. Chissà quelle mie foto che ho perduto, chissà se qualcuno le vedrà mai.
Ora sullo scaffale in ordine è rimasto uno spazio vuoto dove prima c'era la mia bella borsa della Nikon con macchina e obiettivo dentro. Mi chiedo ma perchè proprio a me doveva venire a rubare lei! Ma perchè non l'ho lasciata sul sedile dell'auto la borsa con la macchina fotografica ieri sera...
Sono davvero triste e inorridito. E' davvero inquietante che qualcuno abbia violato l'intimità della nostra casa e che mi abbia preso qualcosa a cui tenissi davvero molto.
Caro Signor Ladro, sa cosa le dico? almeno poteva prendersi anche il librone sulla fotografia che c'è sul mio comodino, guardarlo adesso è come una pugnalata al cuore.

venerdì 2 dicembre 2011

GIRO-VAGANDO

A poche ore dal sorteggio per i campionati europei di calcio che si terranno in Polonia ed Ucraina, mi ritrovo rinchiuso in casa con febbre e mal di gola. Questa sera sapremo, io e il mio (solito) compagno di avventura quali partite vedremo, ma soprattutto quali paesi e città vivremo in qui gioni all'est.
Da tempo volevo fermare un ricordo in queste righe. Colgo l'occasione oggi pomeriggio di narrare del nostro Interrail dell'agosto del 2009. Per nostro naturalmente intendo mio e di Andrea, unico a sposare il leggermente folle progetto.
Partiamo dall'inizio. Perchè? Dopo la fantasmagorica esperienza dell'estate del 2007 in cui intraprendemmo un viaggio dentro noi stessi e verso Santiago de Compostela, avevo ormai capito che la solita sedentaria vacanza al mare non mi bastava più. Nel 2008 feci un tentativo con la Via Francigena, pensando di ritrovare la magia spagnola, ma fu un buco nell'acqua. Quello di cui avevo bisogno era qualcosa di itinerante, in continuo movimento e alla continua scoperta. Decidemmo così di partire alla "scoperta" dell'Europa, muniti di un Pass che ci avrebbe permesso di prendere qualsiasi treno...o quasi.
Il 3 agosto 2009 partiamo con direzione Munchen; ci accompagna Zecca in auto alla stazione di Chiasso (CH). Cambiamo treno a Lugano e poi ci fermiamo qualche ora alla stazione di Zurigo. A Monaco dormiamo nell'Hostel Meininger: moderno, curato e ospitale. Siamo in camera con due australiani. Il giorno successivo ci dedichiamo alla visita della città; ricordi nitidi del parco, del suo beer-garten e del birrificio HB la sera.
Il 5 agosto si parte alla volta di Wien. Troviamo posto all'ostello Ruthensteiner, altro gran bel posto pieno di ragazzi giovani. Nel dormitorio da sei letti c'è anche una australiana (sono dappertutto questi canguri!). Il giorno stesso per errore raggiungiamo Schonbrun, mentre il mattino seguente visitiamo invece il Prater e il centro (Stephenplatze). Un ricordo piacevolessimo delle due serate in Ostello e della chiacchierata con Laura, giovane di Lione.
Il 7 agosto è la volta di prebdere il treno per Budapest. Prima vera tappa all'est. La stazione è un caos incredibile; ci lasciamo convicere per dormire in un ostello che poi si rivela essere un colleggio vuoto in estate, una desolazione unica... Visitiamo Pest, il belvedere, attraversiamo il Danubio e poi affamati ci mangiamo una pizza in piazza con un paio di birre. Il giorno successivo bagno delle famose terme del Gellert, uno spettacolo unico, un posto davvero indescrivibile, sembrava quasi di nuotare in una chiesa. Di nuovo in centro per gli ultimi monumenti, poi relax al parco. E' il già il momento di riprendere il treno, fortunatamente passiamo una sola notte in quel tetro casermone del nostro Ostello.
Treno con cuccette per Krakow. Viste le mie dimensioni e l'anzianità del treno il viaggio non è sicuramente dei migliori, ma ci permette di recuperare ore sulla tabella di marcia e di provare anche questa esperienza.
Alle 6.33 del 9 agosto siamo a Cracovia. Una ricerca meticolosa degli Ostelli su internet ci porta verso il centro al Mama's. Il posto è incredibile, molto accogliente e a misura di travellers. Decidiamo di fermarci tre notti per riprenderci un pò dalla stanchezza, anche se ci toccherà cambiare camera ogni mattina! Di Cracovia voglio assolutamente ricordare: il quartiere ebraico, la Messa in polacco, la cena al self-service "Chimera" col succo di carota, la serata "vodka", la visita ad Auschwitz-Birkenau, la cena a base di Piroghi, la miniera di sale di Wielizcka e i suoi 380 scalini e il sosia di Ago. Se mai ripasseremo da Cracovia sappiamo sicuramente dove alloggiare!
Il 12 agosto è la volta di dirigersi verso Prague. La sveglia suona alle 5.45, siamo noi a svegliare la tipa della reception che dorme sul bancone per poter fare il checkout. Spesi gli ultimi Zloti in schifezze per il viaggio ci attende un lungo viaggio nello stesso scompartimento con due interrailers inglesi. Decidiamo di fermatci al Traveller's Hostel; posto un po' infelice, ma, in fondo, non può mica andarci sempre bene... Camera da tre con un attempato ciclista Olandese che ci ricorda vagamente un bel attore americano. Visitiamo la città, io ci sono già stato anni prima per un capodanno. Ci facciamo guidare dalla guida (a questo serve in effetti): muro di John Lennon, ponte, bambin Gesù di Praga e cena in un ristorantino. Niente Jazz Club, pochi soldi e molto sonno. Mi faccio al barba finalmente. Il giorno dopo è dedicato alla visista del castello e della cattedrale di S.Vito.
Il 14 agosto ci dirigiamo verso Berlin. Il treno è fantastico, già si capisce la bellezza e la funzionalità dei traporti tedeschi. Ci accoglie la HBF, mostruosa stazione dei treni berlinese con binari a vari livelli. Ci sistemiamo all'East Seven, ostello molto carino e curato; ci dirigiamo quindi verso il duomo, i suoi giardiini e la Porta di Brandeburgo dove  c'è il villaggio dei Mondiali di Atletica che iniziaranno il giorno successivo. Dopo la cena in ostello incontriamo due ragazzi canadesi che avevamo già visto a Cracovia! Il mattiino seguente di buon ora attendiamo mio cugino Marco che, vivendo a Berlino, ci accompagnerà per la giornata e ci ospiterà nel suo appartamento per la notte. Riusciamo a vedere il Muro, a fare un ricchissimo Brunch, a bere un birra al Sony Center, ad assistere al 20 Km di marcia dei Mondiali di Atletica e a mangiare un buonissimo kebab da Alì Babà. Riusciamo a prenotare a casa di Marco gli ostellii per Amsterdam e Parigi. Cena con Hamburger e patitine (alla faccia del mangiare sano) e quindi film "Mama mia!" in lingua originale.
Il mattino seguente, è il 16 agosto, prendiamo un bus che ci porta alla stazione centrale. lasciamo la bella Berlino con un pò di rammarico. Tappa a Duisburg e quindi rotta verso Amsterdam. Non senza qualche difficolta riusciamo a trovare il nostro ostello tra canali e viuzze molto simili. L'ostello non è un granchè, si sviluppa in verticale come quasi tutte le abitazioni qua, e naturalmente noi siamo all'ultimo piano. in due giorno riusciam a mangiare sempre male, a vedere il museo di Van Gogh, a riposarci al parco, a passare per il quartiere a luci rosse e  a trovare la casa di Anna Frank.
Il 18 agosto ritorniamo alla stazione di Amsterdam senza sbagliare strada. Abbiamo due cambi di treni da fare: ad Anversa e a Lille. Nel viaggio verso Anversa da segnalare che partecipo ad uno scherzo telefonico tra due ragazzi molto "raffinati".
Il nostro ostello è nella tranquilla Montmartre, in camera con noi c'è anche un italiano (Antonino) che ci accompagna dopo cena al Sacre Cuor, a Pigalle, e in zona Moulin Rouge. Il 19 è dedicato alla visita del Louvre, giardini di Touleries, Camps Elysées, Arc de Triomphe e Tour Eifelle; la sera dopo cena prendiamo una birra al bar del film "Il favoloso mondo di Amelie". Il 20 agosto ci dirigiamo a Versailles, mi colpiscono più i giardini che la reggia vera e propria. Il pomeriggio ci rechiamo al cimitero di Pere Lachaise con le sue tombe famose. Il giorno seguente è dedicato al Musee d'Orsay, Notre Dame, Giardini di Lussemburgo, Centre Pompidou.
Decidiamo che l'ultima sera di questo avventuroso viaggio la trascorreremo ai piedi della Tour Eifelle illuminata, davvero suggestiva quando viene fatta sbriluccicare. Domani si torna a casa, il nostro viaggio è finito.
Il 22 agosto ci dirigiamo verso Como. Con quattro treni (Paris est-Basilea; Basilea-Zurigo; Zurigo-Lugano; Lugano-Como) e un autobus (Como-Lurate Caccivio) riusciamo a tornare a casa indipendentemente.
In venti giorni abbiamo visitato più stati che nel resto della nostra vita, abbiamo avuto in mano un sacco di monete diverse dalla nostre e abbiamo sentito parlare svariate lingue. Abbiamo incontrato un sacco di giovani viaggiatori col desiderio di conoscere gli altri e il mondo; ci siamo resi conto che il mondo è davvero grande e vale assolutamente la pena di girarlo tutto. Ci siamo messi in gioco e siamo stati ripagati con una esperienza incredibile.
Ho scritto questo lunghissimo post per ringraziare Andrea, il mio compagno d'avventura, e perchè questi ricordi non vadano persi nel tempo come lacrime nella pioggia.

domenica 27 novembre 2011

QUALCOSA DI GRANDE

Cesare Cremonini cantava "...c'è qualcosa di grande tra di noi..." ed è un pò quello che ho pensato ieri sera in palestra.
Dopo due soli anni non esiste più la squadra di prima divisione maschile del G.S.Villaguardia. Manca l'allenatore, non si può fare nulla. Decidiamo di ritrovarci una sera per fare quattro tiri e quattro salti in compagnia. Vuole essere un modo per salutarci perchè è dall'ultimo allenamento dell'anno scorso non ci si vede tutti insieme. Ora qualcuno gioca nel misto, solo Francesco (per fortuna) gioca ancora in federazione a Cantù.
Tutti sono convocati per la partitissima del 26 novembre, anche chi ha fatto solo una breve apparizione nelle "Fighe de gàl" (come ci chiamiamo goliardicamente). All'arrivo in palestra è tutto un "Ma ciao! Come stai?", "Come va?","Che fine hai fatto?" si vede che ci fa proprio piacere ritrovarci insieme un'altra volta.
Giochiamo forte, basta pochissimo per ricordarsi schemi e posizioni in campo. C'è una certa magia nell'aria, un sacco di volti felici e contenti; abbiamo condiviso tanto e il legame tra noi e più vivo che mai. Sembra un pò come l'ultimo concerto dei Beatles, nel gennaio del '69, ritrovarsi dopo tanto tempo per formare, ancora una volta qualcosa di storico!
Il livello è quello che è, lo sapevamo gia questo, ma ci unisce qualcosa di grande, che mi ha fatto capire che non è un addio, ma (forse) solo un arrivederci.

lunedì 21 novembre 2011

IL MIO GENERE

Succede di andare a vedere un film non con buonissime intenzioni e di uscire dalla sala colpiti, cambiati, emozionati.
Mi è successo stasera, serata fredda, un po' svogliata, serata ideale per andare avedere un film, nonostante il prezzo del biglietto. "Un Giorno" vince il ballattaggio con "Twilight" anche se ha tutta l'aria di essere il solito film romantico. A dir la verità qualche settimana fa il trailer mi aveva già colpito, infatti mi ero annotato il titolo del romanzo da cui è tratto per poterlo poi cercare in biblioteca.
Alla fine si è rivelato il MIO genere di film. Quel tipo di film che emoziona, che ti lascia con gli occhi incollati allo schermo anche durante i titoli di coda, che ti fa pensare, che ti lascia qualcosa dentro. Di solito sono catalogati come "Dram." ovvero "drammatici" in effetti non sono sempre storie felici, ma sono storie che ti colpiscono e spesso mi son ritrovato, non lo nego, con gli occhi lucidi ad un certo punto.
Quindi lo consiglio a tutti, è davvero un film da vedere, lo sponsorizzo alla grande, ti riempie il cuore!

martedì 1 novembre 2011

ESSERE O DIVENIRE?

Chi siamo noi? Quello che siamo, facciamo, diciamo è frutto di anni e anni di esperienze e influenze. Persone, avvenimenti e luoghi ci cambiano, ci modellano in quello che siamo ora. Domani non saremo gli stessi di oggi.
Cosa mi ha portato ad essere quello che sono? Chi e cosa hanno influenzato profondamente la mia crescita?
Nella mia tesi di Laurea ("Il Talento:bravi si nasce o si diventa?") ho scritto: <...tutto ciò che il bambino sperimenta prima dei sei anni è determinate per la sua formazione...>; penso allora agli anni che hanno preceduto la mia adolescenza trascorsi in Oratorio, ecco quel che sono viene per gran parte da lì.
Fortunatamente i miei genitori erano (e sono ancora) molto partecipi con la vita della nostra parrocchia. Sono persone molto disponibili e gran lavoratori, così ho conosciuto presto da vicino il mondo oratoriano. Sono cresciuto vedendo mio papà costruire presepi, carri di carnevale e scenografie teatrali; mentre mia mamma mi portava ogni tanto alle sue riunioni o incontri.
In seconda elementare già mi spedivano a far vacanza in montagna per due settimane.
Partecipavo al catechismo ed agli incontri di Azione Cattolica.
Ho sempre seguito con costanza le serate del Cineforum, conservo ancora oggi il mitico quaderno ad anelli.
Don Francesco mi scelse anche per recitare in alcuni teatri realizzati dai ragazzi dell'Oratorio.
Appena è stato possibile ho iniziato a fare il chierichetto.
Prestissimo ho inizato a correre con la Fiaccola perchè mio papà partecipava come cuoco.
Sempre don Francesco mandò me ad altri ragazzi a particolari incontri vocazionali nell'oratorio di Veniano organizzati dal decanato.
Poi c'è stata anche la Polisportiva Azzurra.
Non dimentichiamo le domeniche trascorse a giocare in oratorio: sempre primi ad arrivare ed ultimi ad andarsene.
Ed un'infinità di altre cose: feste, palio dei rioni, raccolta del ferro e della carta, gite ad agosto, ritiri, pellegrinaggi parrocchiali, convegni, iniziative... solo chi c'era può riuscire a comprendere veramente la grandezza e la bellezza di quei momenti!
Senza tutto questo non sarei quello che sono. Rileggendo le parole che ho scritto mi accorgo di aver citato solo tre persone: Rosi (mia mamma), Jacky (mio papà) e don Francesco; ecco, capisco che sono loro ad avermi guidato nella prima parte del mio cammino. A loro dico grazie perchè sono state e saranno sempre per me delle guide.
Eccomi qua, per questo sono io.

venerdì 21 ottobre 2011

UNA VITA CHE VOLO

Stasera mi sono allenato con la mia squadra di calcio. Il mio allenatore è più piccolo di me di un anno e diciassette anni fa, quando ho iniziato la mia "carriera" giocava con me sempre nell'Azzurra. Ho finito tardi, mi son fermato più del solito a fare stretching (ne vade la salute della mia schiena) e ho voluto godermi fino all'ultima goccia di acqua calda della doccia in spogliatoio. E' finita che son rimasto da solo, mi hanno lasciato le chiavi e ho chiuso tutto io.
Ritonando alla macchina e guardando il bel campo verde sintetico dove ci alleniamo ho ripensato a  quando ho cominciatoa  giocare. A quanto fosse comunque bello correre e buttarsi sul campo spelacchiato di prima. A quanto tempo è passato dal mio primo allenamento. Allenamenti nel fango, con la neve, il ghiaccio e la polvere. Ricordo ancora d'aver iniziato non tanto per passione, ma perchè mi affascinava la squadra, la società. Mi sembrava un peccato non farne parte. E da lì anni e anni sul quel campetto di terra (o sabbia), poi a Villaguardia, poi nello storica AzzurraSanLuigi, poi ad Uggiate per quattro anni e infine Cavallasca per altri quattro anni. Da tre anni sono tornato qui, dove ho inizato, inizialmente come ripiego alla pallavolo. Non c'è nessuno dei miei compagni d'allora; qualcuno gioca altrove, qualcuno non gioca più, Giovanni è il mio allenatore. Chi l'avrebbe immaginato: diciassette anni dopo di essere ancora qua. Non avrei sognato di meglio.
Ho chiuso lo spogliatoio, spento le luci e chiuso il cancello.

P.S.: Ho esordito a Como contro il San Rocco

WAITING FOR EURO 2012

Appeso sopra il mio letto c'è un "quadro" che contiene quasi quaranta biglietti di partite e concerti. Sono eventi specialia cui ho partecipato. La maggior parte sono di calcio (Milan su tutti, Nazionale e Como), poi ce n'è anche di basket e pallavolo. Fin da piccolo ho avuto il pallino di conservare ricordi di avvenimenti speciali: avevo un quaderno dove appiccicavo tagliandi, scontrini e foglietti provenienti da giornate perticolari.
Tre sono però le uniche trasferte in questo puzzle di biglietti. Trovo che una partita di calcio sia una buonissima scusa per prendere un aereo ogni tanto e volare via!
10 febbraio 2009: ITALIA-BRASILE (0-2) - Londra, Emirates Stadium
Visita lampo alla City, ci siamo stati meno di un giorno e mezzo. Lo stadio da solo merita il prezzo del biglietto. Gran freddo quella sera. Posti straordinari a pochi metri dal campo! Da ricordare il pranzo a casa di Pietro Pagani e l'incontro con Andrea Ferloni che viveno lì in quel periodo. In un pub non ci hanno servito finchè non mi sono tolto la maglietta di una squadra di calcio.
27 maggio 2009: FINALE CHAMPIOS' LEAGUE Barcellona-Manchester United (2-0) - Roma, Stadio Olimpico
Trasferta ancora più breve, ma clima decisamente più mite. Rimaniamo nella capitalo ventiquattr'ore scarse. Giusto il tempo di visitare il Colosseo, finire sulla homepage del sito della gazzetta dello Sport ed inscenare una gag con un giornalista inglese per un servizio televisivo!
12 agosto 2010: TRIANGOLARE Palermo,Napoli,Valencia - Palermo, Stadio Renzo Barbera
Approfittiamo delle due settimane in Sicilia per trascorrere una serata in modo diverso...allo stadio. Bel pomeriggio tra le vie della città di Palermo, panino con la milza e via verso il Renzo Barbera (le fidanzate le lasciamo in città però).
Comune denomitare è sempre Matteo Noseda, presente anche nelle precedenti trasferte e sempre pronto a partire quando la proposta è interessante!
Ma il meglio deve ancora venire. A giugno dovremmo essere in Polonia o Ucraina per una decina di giorni a seguire le tre partite iniziali della Nazionale italiana all'europeo. Obiettivo truccarsi di tricolare all'inverosimile e farsi riconoscere da casa! Divisa dell'Italia già doverosamente acquistata. Ci sarà da divertirsi.

martedì 18 ottobre 2011

Data scatto:    18/08/2011 11:00:04.40
Obiettivo:    VR 55-300mm F/4,5-5,6G
Lunghezza focale:    55mm
Modo messa a fuoco:    AF-A
Sensibilità ISO:    ISO 800

venerdì 7 ottobre 2011

SETTANTACINQUEEURO

Forse Kobe Bryant verrà a giocare nel campionato italiano.
Oggi ho sistemato il mio Curricum; era un pò che lo volevo fare e la richiesta di un amico mi ha sollecitato a farlo. Lo volevo, tra le altre cose, rendere più snello, facile da consultare e bello da vedere. Credo di esserci riuscito.
Sistemando le varie voci riguardi alle "esperienze professionali" noto come ogni anno che passa l'elenco si allunghis empre di più. La mia "professione" me lo permette, ho collezionato un buon numero di esperienze lavorative, un bel bagaglio di attività che mi permetono di essere aperto a proposte e collaborazioni che spesso mi arrivano. Sorrido quando scorro l'elenco di tutto quello che ho fatto in questi anni dopo gli studi universitari. Sorrido perchè mi ricordo da cosa sono partito: i pulcini '94 della Faloppiese. Giocavano a sette, quando però esisteva già una squadra a nove; in pratica erano quelli meno forti. Il nostro bel campionato lo facemmo comunque, credo che poi arrivammo primi o forse secondi. Il rimborso era misero, ma erano i primi soldi che guadagnavo, ricordo con quale onore conservassi quell'assegno che ogni mese andavo a risquotere. Ora le cifre per cui lavoro sono ben altre e la mia settimana è zeppa di attività, mentre a quel tempo era il mio unico impegno. Tra l'altro arrivai alla Faloppiese per un gioco di conoscenze, lì conobbi altre persone che poi mi permisero di fare altre esperienze molto interessanti dal punto di vista professionale. Un sorta di trampolino di lancio.
L'anno scorso mi è successo un fatto curioso. Negli spogliatoi della palestra di Villa Guardia, dove giocavo a  pallavolo, prima di una partita di campionato, c'è anche la squadra dei ragazzi del basket che si sta cambiando. Sento uno di questi ragazzi che mi saluta: <Salve mister!>. Ci metto un pò a connettere che quel volto è quello di uno di quei ragazzini che allenavo nei pulcini della Faloppiese. Davvero bello rivederlo, spesso mi ero chiesto che fine avessero fatto. L'ho trovato felice, sereno e mi ha parlato in modo educato e gentile. Strano davvero però che l'allenatore e il giocatore di calcio si ritrovino dopo anni a praticare entrambi uno sport diverso: pallavolo il primo e basket il secondo. Evidentemente non era quella la loro strada.
Ora quel ragazzo è davvero appassionato di basket, tifa Lakers e stravede per Kobe Bryant. So che a Milano settimana scorsa era in prima fila per stringergli la mano.
Soprattutto per lui spero che Kobe venga in Italia a giocare.

sabato 10 settembre 2011

Data scatto:    18/08/2011 10:55:27.70
Obiettivo:    VR 55-300mm F/4,5-5,6G
Lunghezza focale:    220mm
Modo messa a fuoco:    AF-A
Sensibilità ISO:    ISO 800

mercoledì 24 agosto 2011

Data scatto:    09/08/2011 10:39:50.30
Obiettivo:    VR 18-55mm F/3,5-5,6G
Lunghezza focale:    36mm
Modo messa a fuoco:    AF-A
Diaframma:    F/20
Sensibilità ISO:    ISO 3200

martedì 23 agosto 2011

VENTATA DI GIOVINEZZA

17 Agosto. Non è una data qualunque. Lo sanno bene anche Andrea, Valeria e Laura. Inizia ad essere un giorno da ricordare dal 2007, quando, in barba agli scaramantici, giungiamo a Santiago de Compostela dopo trenta giorni di cammino. Dopo quatro lunghi anni è proprio lo stesso giorno di agosto che ritorno in Spagna. Non può essere solo un caso, qualcosa c'è sotto, un segno del destino forse. Comunque sono nuovamente diretto in terra iberica per la Giornata Mondiale della Gioventù che si tiene a Madrid. Non sarebbe nelle mie corde, ma ci tengo a partecipare per accompagnare gli adolescenti che ho seguito negli ultimi tre anni; mi sembra la degna conclusione di un cammino di crescita fatto insieme.
Confesso che è stata un'esperienza davvero entusiasmante. La moltitudine di giovani che abbiamo incontrato e con i quali abbiamo condiviso quest'avventura non ce la scorderemo mai. Sì, si è trattato proprio di un'avventura, tra ostelli palestre e l'aereoporto Cuatro Vientos. Tra Barcellone e Madrid. Sole, sole, sole ma anche pioggia a secchiate. Ho riscoperto la bellezza di entrare in contatto con persone straniere e il piacere di ascoltare le loro parole di terre lontane.
Ho sfrutato anche l'occasione per incontrare Nacho, Laura e la piccola Julia a Barcellona, amici pellegrini incontrati per caso quattro anni fa verso Santiago e coi quali ho un feeling molto particolare nonostante ci siamo visti solo per una settimana. E' surreale come parli con loro con una sconvolgente facilità di qualsiasi argomento. E poi non poteva mancare la visista Pietro e al bel locale dove lavora, visita troppo breve per cui mi riprometo di tornarci quanto prima.
Barcellona mi è piaciuta parecchio, con quel mix di nuovo e antico, arte e storia. Mi è sembrata una cità molto giovane, molto alla mano e sopratuto viva e alla portata di tutti. E per non farsi mancare nulla ha pure il mare; non male direi!
Tornando a  riflettere sull'esperienza della JMJ rimpiango di non aver partecipato qualche anno fa, ma non importa, evidentemente non ero pronto. Sono felice per i ragazzi che ho quindi "accompagnato", spero lasci un segno importante nei loro cuori. Sono stati giorni particolari, la presenza di così tanti giovani da tutto il pianeta è una cosa unica e impareggiabile, ti fa sentire parte di un grandissima famiglia che è il mondo. Ripenso a tuti i volti che ho incontrato, sono davvero tanti e tutti felici per giunta. Che spetacolo! Centinaia di migliaia di persone. una cosa inimmaginabile!
Mi fa piacere anche di aver riassaporato la vita di ostello al Mellow Eco Hostel, è un ambiente in cui mi trovo sempre a mio agio e, in fondo, non era niente male.
Sono stati cinque giorni intensissimi, caratterizzati da lunghi spostamenti e da pasti frugali, lunghe camminate e mucho calor. Cinque giorni però che non dimenticherò tanto facilmente.

P.S.: "I-TA-LIA-NO BATTI LE MANI!" (chi sa sa!)

lunedì 15 agosto 2011

VITA E VACANZA

Sono di ritorno da due settimane splendide sull'isola di Rodi; quindici giorni spensierati di vita greca. Molto sono le cose che di cui non vorrei dimentirmi: i surfisti di Prassonissi, Domenico dell' Eklekton Drink&Food, il marito marinaio della nostra padrona di casa, la musica in spiaggia, il cibo greco, la festa in piazza con le danze popolari, il cameriere italiano del To Kamariko, le viuzze e le casette bianche di Lindos, la ragazza lituana e il buonissimo cibo greco. Tutto questo condito con un grande senso di libertà, tanta accoglienza e simpatia. Insomma un gran bel posto dove vivere! E ne ho avuta la prova visto che abbiam incontrato almeno tre italiani che hanno deciso di vivere su questa Isola, tra Rodi e Lindos. Non è detto che uno debba per forza vivere dove è nato, ci sono così tanti bei posti nel mondo. Grandi città o posti sperduti, paesi affascinanti o luoghi indescrivibilmente belli. Perchè non trascorrere parte della propria esistenza in uno o qualcuno di questi posti? Perchè rassegnarsi a visitare certi paesi solo come vacanza? Dove sta scrito che bisogna vivere (per lavorare) sempre nello stessa città? Non che io voglia trasferirmi a Lindos, ma un pensierino su quanto posso essere più serena la vita in luoghi come quello ce l'ho fatto. Poi però rifletto anche sul fatto che pure il surfista australiano e il cameriere di Lindos devono in qualche modo tirare avanti la carretta. Anche loro qualche volta saranno annoiati o stufi di insegnare surf e di girare per uno dei paesi più affascinanti che abbia mai visto. No?!?!?! E' un terribile dilemma e mi piacerebbe tanto travore personalmente la risposta.

P.S.:visto che la mia Nikon è diventata un prolugamento della mia mano vorrei corredare i miei post solo con foto fatte da me (come questa)

lunedì 25 luglio 2011

Data scatto:    07/07/2011 09:25:43.20
Lunghezza focale:    18mm
Diaframma:    F/4
Tempo di posa:    1/800sec.

mercoledì 20 luglio 2011

Data scatto:    09/07/2011 11:55:46.40
Lunghezza focale:    55mm
Diaframma:    F/8
Tempo di posa:    1/250sec.

GUIDE ED ESEMPI

Ho trovato questa introduzione ad un manuale di motoria molto bella e voglio dedicarle un post.
Per tutti i colleghi, insegnanti, educatori, animatori, istruttori; per tutti coloro che lavorano o comunque passano del tempo con bambini e ragazzi. Non dimeticate mai queste parole: 
 
"Ci sono piccoli occhi che ogni giorno osserveranno quello che tu farai
e giovani orecchie che ogni giorno ascolteranno quello che tu dirai
e mani inesperte che vorranno imitare ciò che tu mostrerai.
C'è un bambino che ogni giorno sogna di diventare come te.
Tu sei l'esempio per un piccolo uomo
che vuole crescere nel modo in cui tu sei cresciuto
e per questo non dubita mai di tutto quello che fai.
I suoi occhi sono spalancati su di te
e la sua giovane mente è convinta che tu hai sempre ragione.
Sii una buona guida per chi vuole crescere e diventare grande ".

lunedì 18 luglio 2011

Data scatto:    06/07/2011 16:31:51.70
Lunghezza focale:    55mm
Diaframma:    F/6,3
Tempo di posa:    1/160sec.

TUTTO D'UN FIATO!

E poi improvvisamente mi fermo e controllo il calendario, è il 18 luglio.
Faccio un po' i conti: sono sei lunghe settimane vissute tutte d'un fiato senza un attimo di tregua ricchissime di impegni ed eventi che si accavallavano l'uno sull'altro.
Più di quaranta giorni in cui non son nemmeno riuscito a trovare la concentrazione ed il tempo necessari per scrivere un post, talmente ero preso da ciò che avrei dovuto fare quello stesso giorno o il giorno a venire. Cosa mai sarà successo?!?!? Andiamo con ordine:
  • un giro del lago di Varese by bike;
  • la mia prima reflex personale [Nikon D3100];
  • un campo di pallavolo improvvisato in una due giorni di festa paesana;
  • la scenografia di un teatro con più di duecento spettatori;
  • l'ultimo allenamento, l'ultima partita, l'ultima lezione e l'ultima di praticamente tutte le attività che svolgo durante l'anno;
  • il compleanno della fidanzata (da non sottovalutare!);
  • l'organizzazione di un torneo di calcio con 12 squadre della durata di due settimane;
  • l'acquisto della mia prima automobile [PuntoEvo150°];
  • gli scrutini finali delle sei classi dell'Istituto S.Marta;
  • tre settimane di camp del CONI (in cui tra le altre cose ho "insegnato" scherma e sculture con i palloncini);
  • una settimana (l'ultima) da maestro alla scuola estiva;
  • la festa finale della sezione pallavolo;
  • l'E-state Insieme a Villa Guardia al mattino;
  • l'addio al celibato e il matrimonio di un carissimo amico;
  • una dodici ore di pallavolo in cui ci siam classificati secondi;
  • il torneo di Maccio della durata di quasi un mese;
  • un camp multisport a Canazei in Trentino.
Sono stati giorni ricchi di emozioni, di fatiche e preoccupazioni. Tutto poi è giunto alla sua conclusione ricordandoci quanto bella è stata l'esperienza vissuta e quanto infondati fossere i timori iniziali. Come tutti i viaggi la ricchezza dell'esperienza sta propio nel viaggio stesso e non nella meta raggiunta.
Questo tempo se ne è andato  e, purtroppo non tornerà più indietro; sono contento di non essermi mai fermato, di non aver detto "no" ad una nuova proposta e di esser riuscito ad accontentare chi chiedesse il mio aiuto (anche se non ho ancora il dono dell'onnipresenza, anche se poco ci manca).
Nonostante questi bellissimi ricordi, queste grandi emozioni, queste strepitose esperienze,  la cosa ancor più bella è che, ne sono sicuro, come dice quel profeta di Ligabue, il meglio deve ancora venire!

P.S.: dilettandomi ora anche in fotografia mi ripropongo di pubblicare quelche "opera d'arte" da me catturata con la mia reflex!

martedì 31 maggio 2011

IL PIU' GRANDE SPETTACOLO DOPO IL BIG BANG

Il più grande spettacolo dopo il Big Bang è di certo questa vita che chissà da dove arriva e chissà dove mi porta!
Il più grande spettacolo dopo il Big Bang è un concerto di Jovanotti, senza ombra di dubbio il mio artista preferito da qualche anno a questa parte. Personaggio carismatico e affascinante, uno che sembra aver capito tutto della vita ,che la vita l'ha vissuta appieno o almeno ci ha provato, ed ha imparato qualcosa da ogni esperienza, incontro o avventura sperimentata. Il suo concerto mi ha sorpreso ancora una volta per l'energia che ha trasmesso, per la bellezza delle sue canzoni che dal vivo sono ancora più attuali e tamarre al punto giusto; senza tralasciare il finale da discoteca che ti lancia l'ultima botta di adrenalina.
Il più grande spettacolo dopo il Big Bang è piazza duomo a Milano gremita di tifosi milanista in delirio per la squadra campione d'Italia! gente arrampicata su qualsiasi appiglio immaginabile: cartelli stradali, fermate della metro, fontane, monumenti e lampioni. La piazza di solito è molto affollata, ma così proprio non sarei nemmeno riuscito ad immaginarmela. E poi cori a non finire nella stazione della metro dove rimbomba tutto, Milano per un pomeriggio è stata solo rossonera.
Il più grande spettacolo dopo il Big Bang è una grigliata celebrativa coi compagni di calcio: altro momento indimenticabile di un'indimenticabile stagione.
Il più grande spettacolo dopo il Big Bang sono i Giochi della Gioventù vissuti dalla parte di chi organizza: dirigere le scuole e gli insegnati di Educazione Fisica per una mattina mi ha riempito di orgoglio. Io che volevo insegnare, per una volta, sono fra gli insegnanti, anzi un livello superiore, sono loro che chiedono a me come si gioca.
Il più grande spettacolo dopo il Big Bang è una giornata di minivolley in piazza Cavour a Como, location davvero spettacolare per giocare a pallavolo insieme a tanti bambini; gli stessi che per sbaglio mi chiedono l'autografo scambiandomi per un qualche giocatore di altro livello! Campi di minivolley a pochi metri dal lago in una giornata caldissima: cosa si può chiedere di più?
Il più grande spettacolo dopo il Big Bang è la 24euro a Villaguardia: 24ore di basket, pallavolo e calcio. Ci siam distinti per aver vinto il misero torneo di volley e sono riuscito anche ad intrufolarmi  in campo per fare qualche canestro per le donne dell'Africa.
Il più grande spettacolo dopo il Big Bang è un torneo con le bambine del GSV al parco di Bregnano: qualcosa di molto più simile ad un pic-nic più che ad un torneo per l'atmosfera che si respirava, davvero molto bello...e molto molto caldo!
Il più grande spettacolo dopo il Big Bang è lo spettacolo finale della scuola elementare dove lavori: un successone! Ancora più gustoso dopo le innumerevoli prove fatte per settimane e settimane. Ma ancora più spettacolare il finale della serata che mai e poi mai mi sarei immaginato, dopo il ricco buffet le casse pompano ancora musica e via le suore si buttano in pista e ballano come il miglior John Travolta! Anzi come se fossero sotto il palco di Jovanotti. Davvero impressionante, e lo dico con un pizzico di invidia per le loro doti di ballerine.

Il più grande spettacolo dopo il Big Bang sono quelle giornate in cui crolli sul letto, ma col sorriso stampato in volto per quanto sono state belle e intense!

martedì 10 maggio 2011

FINALE DA FAVOLA

Ultimo minuto. Ultima partita di campionato. Secondi contro primi. Il capitano segna il gol della vittoria. La vittoria vuol dire primo posto in classifica! Quel capitano quasi mai fuori dalle righe; quel capitano che predica sempre prudenza e sprona tutta la squadra alla concentrazione e alla determinzione; quel capitano che ha voluto festegiare il suo matrimonio anche coi compagni di squadra; quel capitano che ormai conosci da anni e con cui hai giocato decine di partite con maglie diverse e in altre categorie. Non sono emozioni da film, nemmeno da Holly&Benji, è la cronaca dei pensieri che mi sono balenati in mente quando l'ho visto calciare dal limite dell'area, all'ultimo minuto dell'ultima partita del campionato. Solo cosi poteva finire, nel modo migliore possibile.
Cinque giorni prima ci giocavamo la promozione nella categoria superiore. Nel giro di ventiquattr'ore però la nostra vittoria e il risultato favorevole dei diretti avversari ci regalano la matematica del secondo posto. La gioia è grande! Ora abbiamo in mano la possibilità di vincere addirittura il campionato; sessanta minuti (più recupero): un solo risultato disponibile per poter agguantare il primo posto.
Prima della gare il clima è rilassato, le due formazioni hanno raggiunto già la promozione, un bel sole scalda questa domenica mattina. La posta in gioca però è alta, ma nessuno vuole darlo a vedere. La partita è in bilico, le squadre si equivalgono anche se sembriamo a tratti schiacciare gli avversari nella loro area. In panchina non c'è il mister, al suo posto il vice allenatore che ci conosce dai tempi delle medie; la storia in un certo senso si ripete. Verso la fine del secondo tempo sembra che il risultato più giusto sia il pareggio; manca pochissimo è sarà quello definitivo. Quando vedo calciare il nostro capitano però so già che quel tiro non può  far altro che finire in rete; è il finale più bello, quella palla non può andar fuori. Se avessi dovuto scrivere un finale migliore non ci sarei riuscito. Primo posto! All'ultimo minuto dell'ultima partita di campionato!

P.S.: quando andavamo alle medie dopo le partie, vinte o perse (raramente), l'allenatore  ci pagava SEMPRE  il gelato. Domenica l'aperitivo ce l'ha offerto lui senza dir nulla, ma io in fondo già lo sapevo.

sabato 7 maggio 2011

VIAGGI NEL TEMPO

Cosa ti resta dopo giornate così? Un sorrisone grosso come una fetta d'anguria. E' quello che penso se ritorno con la mente ai giorni trascorsi in pieno relax durante le feste pasquali e la trasferta ad Igea Marina del GSV (gruppo sportivo villaguardia).
Andiamo con ordine. Venerdì santo da sette anni a questa parte vuol dire ventiquattrore di pallavolo. Si avete capito bene ventiquattro ore consecutivi di volley! A dirla così sembra una pazzia, ma sperimentata poi non è che sia proprio impossibile. Tante partite quindi, tanta musica, tanti amici, tanto bere e tanto cibo... alla fine, inevitabilmente, tanto sonno. Come potete immaginare tanto, ma proprio tanto divertimento!  Se penso alle passate edizioni i ricordi si mescolano fra loro: scherzi, risvegli difficili, momenti esilaranti, prestazioni imbarazzanti...restano solo le magliette ricordo a diversificare le varie edizioni del torneo alla fine. Giornata memorabile. Punto.
Pasquetta vuol dire grigliata con gli amici. Qest'anno abbiam fatto le cose in grande. Carne in quantità industriale, gazzebo d'esperienza sarda, campo tattico da beach volley post pranzo, birra quanto basta e la giusta compagnia hanno reso il pomeriggio del lunedì dell'Angelo davvero da ricordare per la sua spensieratezza.
1° Maggio e relativo ponte da un paio d'anni è per me l'appuntamento fisso con le spiagge di Igea Marina per il torneo a cui partecipa il GSV e quindi anche le bambine del minivolley che alleno. Solo a vederlo, il mare, già ti senti meglio. Poi le partite sulla sabbia, i mille imprevisti e le altrettante risate rendono questi giorni spesso indimenticabili. Sarà anche la vita da albergo, che ogni tanto non mi dispiace, a rendere il tutto ancora più gradevole. Basta pensare che l'impegno più gravoso della giornata di solito è raggiungere i campi di gioco con una "faticosissima" passeggiata sul bagnasciuga sospinti da una dolce brezza marina.  Non dimentichiamocene poi, il mio cuore è legato in parte  a questi lidi. Appuntamento quindi immancabile nella mia agenda!

Poi devi tornare a casa, disfare i bagagli, rimetterti in pista per le tua attività consuete. Si fa fatica, molta fatica. E' il solito discorso: lo stile di vita che conduciamo solitamente rispetto a giornate di questo calibro e davvero poca cosa. Sono giornate come queste che ci danno la carica però, ci spingono avanti col sorriso sulle labbra, consci che dopo la salita c'è sempre una bella discesa.

venerdì 15 aprile 2011

TUFFI INDIETRO

Stranissima sensazione quella provata ieri. In un pomeriggio qualunque di un giovedì qualunque, o almeno così si era presentato fino a quel momento, mi ritrovo nel campetto di calcio della scuola dove lavoro nel bel mezzo di una partita di calcio tra bambini di quinta, che poi sono miei alunni. Una partita un po' casuale, non si sa bene chi siano i tuoi compagni e nemmeno se la tua squadra abbia più o meno giocatori di quella avversaria, c'è chi entra e chi esce, chi cambia squadra in continuazione. Non ci sono schemi, non ci sono ruoli, nemmeno le regole son poi così chiare. Mi ritrovo a giocare una partita in stile oratorio, di quelle da domenica pomeriggio di agosto, interminabili, impoverate, dove non è che devi passarla per forza, giusto quando non ce la fai più cerchi un compagno smarcato. Una di quelle partite dove non importa il risultato, anche perchè gli stessi giocatori dubito che lo conoscano, ma lo spettacolo, il gol, la giocata, il divertimento.
Succede poi che segno, di giustezza, nell'angolino basso, e mi ritrovo ad esultare come se fossi in campo a S.Siro, i miei compagni mi vengono incontro, realizzo che sono i miei alunni di quinta, sorrido, e ripenso, non senza rimpianto, alle lunghe partite in oratorio.

La giornata si conclude dopo l'allenamento; nello spogliatoio un compagno più grande racconta un episodi avvenuto circa quindici anni prima. Niente di particolare un salvatggio miracoloso durante una partita di pallavolo. L'entusiasmo e l'orgoglio con cui ne parlava però erano davvero coinvolgenti, un ricordo indelebile anche per lui in questo giovedì di tuffi nel passato. Bisogna sempre guardare avanti? Ma se la strada percorsa è lunga e ricca di bei ricordi ogni tanto fa bene anche voltarsi indietro.

lunedì 21 marzo 2011

PROMEMORIA

Certe volte si arriva ad un punto in cui ci si accorge che tutto sta andando per il verso sbagliato, o almeno, non sta andando come si vorrebbe  o non corrisponde all'idea che ci si era fatti su certe situazioni. Di chi è la colpa? Dove si ha sbagliato? Perchè è andata diversamente sta volta?
Non per forza c'è una risposta, semplicemente credo bisogni vivere attivamente le cose, non solo da spettatori, mettersi in gioco in pieno, senza tralasciare nessun particolare. Insomma bisogna darsi una mossa e, se ci si accorge che qualcosa non va per il verso giusto, avere la lucidità e la fermezza di cambiare al più presto rotta. E' proprio quando tutto sembra andare per il vero giusto che si abbassa la guardia, rischiando di compromettere ciò che di buono si era compiuto. Difficile è anche non farsi condizionare da un episodio spiacevole che, come una sorta di nuvoletta di Fantozzi, può condizionare anche il resto della tua giornata, o per i più sensibili, il resto della settimana o addirittura il mese... La lucidità di cui parlavo prima credo serva anche per focalizzare ciò che davvero è importante, allargando bene l'obiettivo sulla nostra esistenza e sui nostri progetti magari ci si accorge che quel lieve passo falso non è nulla paragonato al cammino che ci attende o che abbiamo già percorso. Perchè poi, le cose per cui dobbiamo prendercela, per cui dobbiamo rimanere male per davvero sono veramente poche, o forse, non ne esiste veramente nessuna! Come dice il saggio:
"Se hai un problema che puoi risolvere non serve affannarsi; se hai un problema che non puoi risolvere non serve affannarsi, non lo puoi risolvere".

martedì 15 marzo 2011

ROBA DA CARNEVALE

Non ho vinto a calcio, non ho vinto a pallavolo, non ha vinto il Milan, piove.
Eppure questo weekend è stato estremamente positivo.
Ho trascorso il sabato pomeriggio a ballare per le vie del paese dove abito vestito da egiziano. Accanto a me un sacco di altri egiziani, piccoli e grandi, alcuni nemmeno sapevo chi fossero, men che meno travestiti in quel modo. Ho ballato anche se non è la mia specialità, e si è visto; ho ballato perchè era quello il mio ruolo, perchè non ero il protagonista ero solo una comparsa, ho cercato di dare il massimo. L'ho fatto per quelle persone che hanno dedicato un sacco di tempo alla costruzione del carro, l'ho fatto per chi ha organizzato le coreografie e chi ha disegnato, tagliato e cucito tutti quei bei vestiti. L'ho fatto perchè tutti quei bambini si meritavano un carnevale vero, non di quelli da teppistello con la schiuma o raba simile; un Carnevale in grande stile. L'ho fatto perchè mi diverte.
Ho visto tanti ragazzi e adulti che, come me, hanno riscoperto il carnevale; perchè, in fondo, non c'è nulla di male ad andare in giro per le vie del paese a ballare, ridere e scherzare in questa giornata. Ho visto un gruppo di persone orgogliose di rappresentare una comunità attiva.
E tanto per ribadire il concetto, già espresso in un precedente post: il lavoro paga, sempre!

A coronamento della sfilata e della vittoria del gruppo di bambini, giovani e adulti dell'Oratorio di Caccivio, un sacco di tempo trascorso con la mia ragazza in questi due giorni tra trucco, strucco, amici, cene e aperitivi. Non potrei chiedere di meglio.

sabato 12 marzo 2011

OGNI SCHERZO VALE

Più o meno un anno fa sul mio cellulare compariva questo promemoria: "RICORDATI DI VESTIRTI A CARNEVALE".
Al termine della sfilata dei carri e delle maschere partecipanti al carnevale di Lurate Caccivio del 2009, di cui facevo parte della giuria, mi era rimasta in bocca la sensazione amara di essermi perso una buona occasione per divertirmi un pò. Sensazione  che, unita all'entusiasmo e alla bravura degli organizzatori del carro dell'Oratorio di Caccivio, mi aveva spinto a scriver quel promemoria sul cellulare con 365 giorni di anticipo.
Ebbene l'anno scorso, dopo diverso tempo, mi sono travestito (da aristogatto) per partecipare alla sfilata. Non nego di aver trascorso uno dei pomeriggi più divertenti dell'anno.E' stato forse il carnevale più bello a cui abbia mai partecipato, cercondo un pò di ricordare quelli passati.
E dopo un altro anno eccomi di nuovo qua, alla vigilia del carnevale, pronto ad indossare una maschera domani, anche come forma di ringraziamento per tutte quelle persone che da mesi lavorano dietro questo carnevale 2011.
Continuo poi ad essere dell'idea che se uno riesce a mascherarsi liberamente a Carnevale vuol dire che durante il resto dell'anno non indossi una "maschera", cioè riesce ad essere se stesso, perchè non potrebbe chiedere di meglio.

giovedì 24 febbraio 2011

BASTA POCO

Dovete sapere che da quest'anno lavoro come insegnante di Educazione Motoria in una scuola elementare, o per meglio dire "primaria" come si dovrebbe chiamare adesso. Mi occupo di sei classi, dalla terza alla quinta. Ebbene, dal mese di novembre accompagno alcune classi in piscina per il corso di nuoto promosso dal comune. Con noi c'è anche un ragazzo con ulcuni problemi, di cui non entro nel merito, anche perchè non li conosco tanto bene per parlarne. All'inizio, spaventato a morte dall'idea di entare in acqua, non veniva nemmeno a scuola nei giorni dedicati al corso. Trovato un compromesso con l'insegnante che lo segue, abbiamo patteggiato un'immersione nella vasca dei più piccoli come alternativa al corso vero e proprio. Per rendere la cosa ancora più attiva e coinvolgente decido di entrare anch'io in acqua con lui. Memore del mio "ventisette" all'esame di nuoto ero fiducioso sul da farsi. Col passare delle settimane però ho conosciuto meglio questo bambino, capendo che le sue paure rendevano i miei programmi vani. Piano piano ho perso di entusiamo, non vedendo risultati rispetto al tempo che gli dedicavo. L'isegnante di sostegno, preparata a tale eventualità, mi rincuorava invano.
Oggi però è successo qualcosa. E' cambiato qualcosa. Tutto ad un tratto abbiamo trovato l'attività adatta a lui e abbiamo fatto passi enormi in avanti. Sia nel nostro rapporto (superando il limite del non-contatto fisico) che in quello con acqua (riuscendo ad assumere una posizione simile a quella orizzontale anche se sdraiato sulla mia schiena). Così ho gattonato nell'acqua con questo bambino sulla schiena che sbatteva le gambe per una decina di minuti. E' stato bello davvero, ero molto felice e soddisfatto. Sarei andato avanti per ore! Alle volte basta davvero poco, sia per trovare una soluzione, sia per ricordarsi di quanto siamo fortunati, sia per essere felici!

mercoledì 9 febbraio 2011

RICOMINCIAMO

E' davvero tanto che non scrivo un post. La verità è che non ho avuto troppo tempo da dedicare a questo Blog. I giorni si sono susseguiti in modo incalzante, senza sosta, e quasi sempre le mie priorità erano altre.
Cercherò di riassumere in poche righe le "puntate" che vi siete persi.
Gran bella serata sabato 22 organizzata da Stefano ed Elisa a base di birra (anche il cibo). Un bel posto dove mangiare e dei grandi amici sono garanzia di momenti da ricordare. Nei giorni scorsi ho partecipato ai miei primi scrutini da insegnante presso l'istituto dove lavoro. Ho ripreso a giocare sia  Calcio che a Pallavolo; l'obiettivo e recuperare la forma gradualmente. Ho fatto conoscere la mia ragazza ai miei genitori (fatto da non sottovalutare assolutamente!). Mi son preso l'impegno settimanale di andare a nuotare in piscina per la salvaguardia della mia schiena.
Niente di trascendente come si può notare, ma sufficiente per darmi poco tempo per rifiatere. Non mi lamento comunque, è proprio questo che cerco. Giornate sempre piene, così da non sprecare nemmeno un attimo del preziosissimo tempo che mi viene dato. Mi chiedo allora: la mia vita ruota quindi intorno al lavoro? Cioè quello che faccio ha come priorità il guadagno di denaro?
Parte di quello che faccio ha questo scopo e gazie a Dio non mi pesa più di tanto. Per fortuna però diverse attività che riempiono la mia settimana sono gratuite, solo per il gusto e il piacere di farle.
Bene così.

mercoledì 19 gennaio 2011

FUORI DAL MONDO

L'altro giorno c'era qua a casa mia Gianni, un amico di famiglia, personaggio molto posato col quale scambio sempre volentieri quattro chiacchiere. Mentre mi preparavo un succulenta spremuta di arance, Gianni mi haconfermato la sua intenzione di partire per intraprendere il Cammino di Santiago verso fine maggio.
Subito in me è nato l'interesse per per questo suo desiderio e mi sono prodigato in innumerevoli consigli riguardo vestiti, viaggio, cibo, attrezzatura, dormitori e tanto altro ancora.
Mi capita tutte le volte che mi ritrovo, per un motivo o per un altro, a parlare del Cammino con qualcuno. Ho avuto al fortuna e il privelegio, infatti, di trascorrere 30 giorni fuori dal mondo o per meglio dire: fuori dal tempo. E' stata per me un'esperienza strepitosa, sicuramente una delle più belle in assoluto di questa mia vita! Ho percorso, con altri tre compagni, circa 800 km a piedi, attraversando tutto il nord della Spagna, dai Pirenei fin quasi all'Oceano Atlantico. Ho visssuto a strettissimo contatto con persone provenienti da tutte le parti del mondo. Ho attraversato paesaggi splendidi, che non si vedono nemmeno nelle cartoline più belle (quello nella foto sotto la scritta "un po' di me" sono io...). Per un mese ho avuto come uniche priorità per la mia esistenza  il mangiare, il bere e il dormire. Ho scoperto la lentezza in un mondo, il nostro, dove domina la velocità.
E' difficile comunicare  la ricchezza e la bellezza del Cammino di Santiago, bisogna compierlo per capirne realmente la grandezza.
Vi riporto, allora, alcune righe che avevo scritto "a caldo", quache settimana dopo il nostro rientro in italia, per il mensile "Cammino" della parrocchia di Caccivio:
"Ci ripenso e mi sembra sempre più straordinario.
Mi ha lasciato tantissimi ricordi che vorrei non dimenticare mai. A partire dai paesaggi fino alle persone straordinarie incontrate, che probabilmente non rivedrò mai più. Ma, come lungo il Cammino di Santiago, ci si trova e ci si lascia con la stessa facilità. Mi ha insegnato che la vita non è né brutta né complicata se alla base c'è l'amore, la condivisione, la semplicità, la povertà e la fratellanza; che in uno zaino di 10/12 kg ci sta tutta la tua casa; che un sorriso aiuta più di ogni altra cosa al mondo; che anche se parli un'altra lingua e non ci siamo mai visti, magari hai più cose in comune con me del mio vicino di casa; che qualcuno che ti aiuta ci sarà sempre, anche quando hai perso ogni speranza; che ogni cosa ha un inizio e una fine: come il Cammino, come la vita, che quindi non va sprecata; che se ti alzi all'alba e vai a letto al tramonto di cose in una giornata ne puoi fare davvero tante; che fermarsi o arrendersi ai propri limiti non è una sconfitta; che la presunzione si combatte con l'umiltà; che tutti abbiamo le nostre debolezze, l'importante è riconoscerle e tramutarle nella nostra forza; che ci si può sentire uniti, anche se non ci si è mai scambiata una parola; che ritagliarsi degli spazi per riflettere e stare da soli aiuta e fortifica; che abbiamo cento, mille comodità assolutamente superflue; che la felicità sta nel dare, dare, dare senza aspettarsi proprio nulla in cambio; che la prima impressione non è quasi mai quella giusta; che la preghiera non è una frasetta da ripetere a memoria; che c'è tanta brava gente al mondo; che se cerchi una risposta di solito ti arriva quando meno te lo aspetti; che la musica è meravigliosa e unisce tutti gli uomini; che dovrei essere tornato cambiato, e spero che si capisca; che per star bene con gli altri devi prima star bene con te stesso; che non c'è niente di più brutto che non avere un tetto sotto cui dormire e qualcosa da mangiare; che la vera gioia sta nell'attesa, perché quando arrivi ormai è tutto finito; che l'Italia è piccola, ma con un sacco di cose belle e di persone speciali; che c'è qualcuno, come un tempo, che cammina per salvare la propria anima, mentre la maggior parte cammina per ritrovarla.
Insomma, un mese fuori dal mondo, fuori dal tempo, che ti lascia una traccia indelebile, credo, spero, per sempre. C'era chi ce lo diceva già in Spagna, che un'esperienza così avrebbe segnato le nostre vite.
Lo sapevamo anche prima di partire che a casa avremmo lasciato anche noi stessi, perché una volta tornati qualcosa sarebbe cambiato in noi.
L'allegria di Santiago non ci abbandonerà tanto presto. "

venerdì 14 gennaio 2011

PENSO

A volte penso alla bellezza e all'intensità di alcuni giorni, siano essi di vacanza oppure giornate speciali, trascorse a fare cose speciali. Poi penso all'anonimato di alcuni giorni, seppur resi belli dal mio impegno e dalle persone che puntualmente incontro, ma comunque somilianti a tanti altri giorni. Ma perchè la vita non può essere fatta solo di giornate indimenticabili? Perchè da piccoli (o forse è meglio dire giovani) passimo i nostri giorni in una scuola per prepararci al meglio a passare i nostri giorni in un ufficio, in una ditta, o in una fabbrica? E' questa una bella vita?
Penso ai giorni tarascorsi a viaggiare, in posti lontani, diversi, che ti entrano dentro e non ti lasciano più. Penso che, forse, quelli non sono stati affatto giorni buttati via, anzi, probabilmente sono i più belli fin ora trascorsi, o almeno quelli impiegati meglio. Perchè, mi chiedo, non si può vivere così?
Penso, nonostante tutto, di fare un gran bel "lavoro". Stento a definirlo tuttora lavoro, perchè, in effetti, non lo sento come tale. Ho la fortuna di incontrare tantissima gente, cambiando spesso attività e posizione; insomma, non c'è certo da annoiarsi!
Però, soprattutto in questi giorno dopo le festività natalizia, sale un pò di nostalgia per la libertà e la spensieratezza per i giorni trascorsi senza obblighi o doveri professionali.
E allora, mentre scrivo queste righe, mi godo già il mio venerdì mattina libero, che spero di riuscir a far fruttare a dovere.
Che poi non è tanto il venerdì mattina libero la cosa più piacevole, ma bensì, a parer mio, il giovedì sera: libero da ogni pensiero. Un po' come il giorno di Natale rispetto alla vigilia: molto meglio la vigilia di Natale!

domenica 9 gennaio 2011

IN UN ATTIMO

Ieri tornavo a casa in auto all'ora di cena, un po' stanco per il pomeriggio di shopping letterario milanese. Mentre tutti infatti andavan per negozi io giravo per librerie! Il programma della serata era già molto intenso: a casa per una cena flash, una riunione in palestra e poi di nuovo a prender la mia ragazza per raggiungere alcuni amici in un locale. Il solo pensiero mi turbava; più per la momentanea mancanza di voglia che per reale stanchezza.
Mentre sto guidando leggo l'sms di una carissima amica che arrivatomi sul cellulare poco prima. E' un messaggio di sfogo. La madre, colpita da una grave malattia, è stata ricoverata all'ospedale quella mattina. Nel messaggio leggo tutto il peso di una giornata che questa mia amica non avrebbe proprio voluto andasse in quel modo. In fondo all'sms questa frase: "Che strana la vita...".
Mi sforzo di immedesimarmi nella sua situazione. Cerco le parole giuste per farle sentire la mia vicinanza e per rincuorarla, per quanto sia possibile. Poi, mi soffermo, per riprendere nel mio messaggio di risposta, di cui non mi curo della lunghezza, quella sua riflessione sulla stranezza della vita. Ed in effetti è vero; un'attimo prima stai pensando a qualcosa ed un attimo dopo la tua giornata, se non la tua settimana, o il tuo mese, o addirittura la tua vita, prendono una piega diversa, magari completamente diversa. E' certo che questa mia amica non si sarebbe mai immaginata venerdì sera di trascorre un sabato così. La stranezza certe volte della vita sta nella sua imprevedibilità; se l'evento che si manifesta all'improvviso è positivo, lasciamo che la nostra vita venga sconvolta serenamente, non curandoci troppo dei cambiamenti che intervengono. Mentre se l'evento è negativo la nostra esistenza viene sconvolta bruscamente, e con lei i nostri piani, i nostri progetti e le nostre aspettative. Spesso questi eventi negativi riguardano la salute delle persone a cui siamo naggiormente legati. Si realizza solo in certe situazioni quanto si è attaccati sentimentalmente ad una persona, maledicendo la superficialità o la sbadataggine con cui siamo abituati a vivere la relazione con quella persona. Purtroppo in un attimo le cose possono cambiare dannatamente in peggio.
Di fronte a quanto accaduto, appreso da quell'sms, realizzo che i mie problemi di quella sera sono davvero di poco conto. Posso solo ritenermi fortunato ad avere una serata così movimentata. In un attimo anche la mia giornata cambia volto. E allora continuo il mio viaggio verso casa, ma stavolta col sorriso sulle labbra.

Ripensandoci, a tarda serata penso che il 2010 se ne andato portandosi via due persone che conoscevo piuttosto bene: Gabriella e Walter. Sono molto legato alle loro famiglie e ai loro figli. La vita di queste persone è cambiato all'improvviso, per sempre. Cosa resta loro dei loro cari? Penso l'affetto e il ricordo, da tenere sempre vivi perchè non vadano persi. Come lacrime nella pioggia.

giovedì 6 gennaio 2011

IL LAVORO PAGA

Aereo Palermo-Milano. E' il 20 Agosto. Sbarchiamo intorno alle 22.00. Ritorno da due fantastiche settimane in Sicilia.
La testa è già proietta però alla mattina successiva; iniziano gli allenameenti dei Giovanissimi Nazionali della Pro Patria dove, udite udite, proverò la nuova esperienza di preparatore atletico.

2 Gennaio 2011, più o meno stesso orario, ritorno da una settimana di sci e neve a Livigno. La mattina successiva sarò già in campo col Mister e i ragazzi della Pro Patria. Non sono per niente convinto d'aver fatto la scelta giusta, perchè in montagna, a sciare, sarei potuto rimanere altri cinque giorni se l'avessi voluto. Bastava una chiamata. Mi convico però che l'opportunità che ho è più unica che rara e che non posso trascurare troppo quest'impegno. Il programma è ricco, in sei giorni: quattro allenamenti e due partite di campionato contro le due squadre più forti.Si lavora sodo, con molta serietà ed impegno, nonostante i giorni di vacanza e le feste invitino a far ben altro.
Il giorno dell'Epifania, cioè oggi, i Magi ci portano un gran bel dono: una partita giocata piuttosto bene e la quasi insperata vittoria contro il Genoa! La gioia è immensa al fischio finale, la si legge sul volto di tutti, in campo e fuori. E' solo una vittoria, lo so, alla quale potranno anche seguire diverse sconfitte, ma per chi ci ha lavorato sopra, ha fatto dei sacrifici e delle rinunce, la soddisfazione è ancora più grande. E' proprio vero, come recita il titolo di questo post, il lavoro (ri)paga...sempre!

Mi torna anche in mente un film che ho visto proprio ieri "Tutta la vita davanti". Un bel film italiano (stranamente). Ve lo consiglio perchè secondo me merita ed è assolutamente attuale. La bravura, l'impegno, l'abnegazione e la convinzione dei propri mezzi possono farci raggiungere risultati fantastici. L'importante è non accontentarsi, non sedersi, non cercare sempre, per forza, la strada più comoda o più facile.

martedì 4 gennaio 2011

IL COPRILETTO ROSSO

Ho questo ricordo: un copriletto rosso acceso, di un tessuto simile al velluto con delle venature, delle coste, molto marcate che lo rendevano molto morbido al tatto. Si abbinava perfettamente alle finiture dei mobili della camera. Per diverso tempo è stato sul letto accanto al mio, nella mia camera, cioè nella camera mia e di mia  sorella Marta. Ero molto piccolo, ma lo ricordo abbastanza distintamente. Quando poi è venuto anche per mia sorella il momento di passare al letto grande, quello vero e proprio, abbandonando il lettino con le sponde, il coprilletto è stato tolto e messo da parte. per una ventina d'anni credo, o qualcosa meno.

Ieri è ricomparso. Quasi magicamente. Tornato a casa dalla settimana a Livigno lo ritrovo al suo posto, sul letto accanto al mio, come un lunghissimo flashback della durata di decine di anni. Mi ha fatto un certo effetto; ho relizzato allora, come già sapevo da tempo, che mia sorella si è trasferita, se ne è andata a vivere da un'altra parte sostanzialmente.
E' già successo altre volte di passare del tempo senza la sua "presenza" in camera e devo dire, non lo nego, che non disprezzavo la situazione. Quando capitava godevo di alcune libertà in più derivanti appunto dallo stare in camera da solo.
Alcuni giorni ci si incrociava solo lì, nel momento d'andare a letto, oppure mentre uno dei due dormiva già; spesso senza scambiarsi nemmeno la buonanotte.
A ripensarci abbiam trascorso nella stessa stanza, a un metro scraso di distanza, la stragrande maggioranza delle notti della nostra esistenza.

Questa volta è diverso però, è per sempre. Penso a tutte le aggevolazioni che mi spettano ora: prima di tutto un sacco di spazio libero negli armadi! Poter far tardi al computer quando mi pare! Accendere la luce a tutte le ore della notte o del mattino!
Però c'è comunque un velo di malinconia e nostalgia per una persona, mia sorella, che non dorme più nel letto accanto al mio. Al suo posto, ora, solo un copriletto rosso.

sabato 1 gennaio 2011

PRIMO

Ho deeciso di farmi un regalo. Un Blog.
L' 1/1/'11 nasce questo blog, come si dice spesso "anno nuovo, vita nuova" e queste pagine vorrei mi aiutassero a viverla questa vita in modo diverso, più intenso, più consapevole del fatto che ogni attimo non tornerà mai ed addirittura, quasi sicuramente, andrà dimenticato, come lacrime nella pioggia. E allora eccola la citazione giusta, da "Blade Runner", un film futuristico del 1982 con Harrison Ford, ma decisamente fine e riflessivo, che ho vista svariati anni fa al Cineforum dell'Oratorio e che solo negli ultimi anni ho rivalutato pienamente:
"Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire."
Dovete sapere che sono un amante dei film, ma solo di quelli belli, belli per davvero. Quei film che ti lasciano di sasso, perchè ti hanno colpito, emozionato, segnato. O che comunque ti lasciano un ricordo, un pensiero. Blade Runner è sicuramente uno di quelli.

Vorrei esprimere al meglio i miei intenti per quanto riguarda questo blog: in queste righe vorrei lasciare un segno, alcune riflessioni e alcuni ricordi di quello che mi succede e mi è successo, delle persone che incontro e dei luoghi che visito. Tutto qua.