mercoledì 19 gennaio 2011

FUORI DAL MONDO

L'altro giorno c'era qua a casa mia Gianni, un amico di famiglia, personaggio molto posato col quale scambio sempre volentieri quattro chiacchiere. Mentre mi preparavo un succulenta spremuta di arance, Gianni mi haconfermato la sua intenzione di partire per intraprendere il Cammino di Santiago verso fine maggio.
Subito in me è nato l'interesse per per questo suo desiderio e mi sono prodigato in innumerevoli consigli riguardo vestiti, viaggio, cibo, attrezzatura, dormitori e tanto altro ancora.
Mi capita tutte le volte che mi ritrovo, per un motivo o per un altro, a parlare del Cammino con qualcuno. Ho avuto al fortuna e il privelegio, infatti, di trascorrere 30 giorni fuori dal mondo o per meglio dire: fuori dal tempo. E' stata per me un'esperienza strepitosa, sicuramente una delle più belle in assoluto di questa mia vita! Ho percorso, con altri tre compagni, circa 800 km a piedi, attraversando tutto il nord della Spagna, dai Pirenei fin quasi all'Oceano Atlantico. Ho visssuto a strettissimo contatto con persone provenienti da tutte le parti del mondo. Ho attraversato paesaggi splendidi, che non si vedono nemmeno nelle cartoline più belle (quello nella foto sotto la scritta "un po' di me" sono io...). Per un mese ho avuto come uniche priorità per la mia esistenza  il mangiare, il bere e il dormire. Ho scoperto la lentezza in un mondo, il nostro, dove domina la velocità.
E' difficile comunicare  la ricchezza e la bellezza del Cammino di Santiago, bisogna compierlo per capirne realmente la grandezza.
Vi riporto, allora, alcune righe che avevo scritto "a caldo", quache settimana dopo il nostro rientro in italia, per il mensile "Cammino" della parrocchia di Caccivio:
"Ci ripenso e mi sembra sempre più straordinario.
Mi ha lasciato tantissimi ricordi che vorrei non dimenticare mai. A partire dai paesaggi fino alle persone straordinarie incontrate, che probabilmente non rivedrò mai più. Ma, come lungo il Cammino di Santiago, ci si trova e ci si lascia con la stessa facilità. Mi ha insegnato che la vita non è né brutta né complicata se alla base c'è l'amore, la condivisione, la semplicità, la povertà e la fratellanza; che in uno zaino di 10/12 kg ci sta tutta la tua casa; che un sorriso aiuta più di ogni altra cosa al mondo; che anche se parli un'altra lingua e non ci siamo mai visti, magari hai più cose in comune con me del mio vicino di casa; che qualcuno che ti aiuta ci sarà sempre, anche quando hai perso ogni speranza; che ogni cosa ha un inizio e una fine: come il Cammino, come la vita, che quindi non va sprecata; che se ti alzi all'alba e vai a letto al tramonto di cose in una giornata ne puoi fare davvero tante; che fermarsi o arrendersi ai propri limiti non è una sconfitta; che la presunzione si combatte con l'umiltà; che tutti abbiamo le nostre debolezze, l'importante è riconoscerle e tramutarle nella nostra forza; che ci si può sentire uniti, anche se non ci si è mai scambiata una parola; che ritagliarsi degli spazi per riflettere e stare da soli aiuta e fortifica; che abbiamo cento, mille comodità assolutamente superflue; che la felicità sta nel dare, dare, dare senza aspettarsi proprio nulla in cambio; che la prima impressione non è quasi mai quella giusta; che la preghiera non è una frasetta da ripetere a memoria; che c'è tanta brava gente al mondo; che se cerchi una risposta di solito ti arriva quando meno te lo aspetti; che la musica è meravigliosa e unisce tutti gli uomini; che dovrei essere tornato cambiato, e spero che si capisca; che per star bene con gli altri devi prima star bene con te stesso; che non c'è niente di più brutto che non avere un tetto sotto cui dormire e qualcosa da mangiare; che la vera gioia sta nell'attesa, perché quando arrivi ormai è tutto finito; che l'Italia è piccola, ma con un sacco di cose belle e di persone speciali; che c'è qualcuno, come un tempo, che cammina per salvare la propria anima, mentre la maggior parte cammina per ritrovarla.
Insomma, un mese fuori dal mondo, fuori dal tempo, che ti lascia una traccia indelebile, credo, spero, per sempre. C'era chi ce lo diceva già in Spagna, che un'esperienza così avrebbe segnato le nostre vite.
Lo sapevamo anche prima di partire che a casa avremmo lasciato anche noi stessi, perché una volta tornati qualcosa sarebbe cambiato in noi.
L'allegria di Santiago non ci abbandonerà tanto presto. "

venerdì 14 gennaio 2011

PENSO

A volte penso alla bellezza e all'intensità di alcuni giorni, siano essi di vacanza oppure giornate speciali, trascorse a fare cose speciali. Poi penso all'anonimato di alcuni giorni, seppur resi belli dal mio impegno e dalle persone che puntualmente incontro, ma comunque somilianti a tanti altri giorni. Ma perchè la vita non può essere fatta solo di giornate indimenticabili? Perchè da piccoli (o forse è meglio dire giovani) passimo i nostri giorni in una scuola per prepararci al meglio a passare i nostri giorni in un ufficio, in una ditta, o in una fabbrica? E' questa una bella vita?
Penso ai giorni tarascorsi a viaggiare, in posti lontani, diversi, che ti entrano dentro e non ti lasciano più. Penso che, forse, quelli non sono stati affatto giorni buttati via, anzi, probabilmente sono i più belli fin ora trascorsi, o almeno quelli impiegati meglio. Perchè, mi chiedo, non si può vivere così?
Penso, nonostante tutto, di fare un gran bel "lavoro". Stento a definirlo tuttora lavoro, perchè, in effetti, non lo sento come tale. Ho la fortuna di incontrare tantissima gente, cambiando spesso attività e posizione; insomma, non c'è certo da annoiarsi!
Però, soprattutto in questi giorno dopo le festività natalizia, sale un pò di nostalgia per la libertà e la spensieratezza per i giorni trascorsi senza obblighi o doveri professionali.
E allora, mentre scrivo queste righe, mi godo già il mio venerdì mattina libero, che spero di riuscir a far fruttare a dovere.
Che poi non è tanto il venerdì mattina libero la cosa più piacevole, ma bensì, a parer mio, il giovedì sera: libero da ogni pensiero. Un po' come il giorno di Natale rispetto alla vigilia: molto meglio la vigilia di Natale!

domenica 9 gennaio 2011

IN UN ATTIMO

Ieri tornavo a casa in auto all'ora di cena, un po' stanco per il pomeriggio di shopping letterario milanese. Mentre tutti infatti andavan per negozi io giravo per librerie! Il programma della serata era già molto intenso: a casa per una cena flash, una riunione in palestra e poi di nuovo a prender la mia ragazza per raggiungere alcuni amici in un locale. Il solo pensiero mi turbava; più per la momentanea mancanza di voglia che per reale stanchezza.
Mentre sto guidando leggo l'sms di una carissima amica che arrivatomi sul cellulare poco prima. E' un messaggio di sfogo. La madre, colpita da una grave malattia, è stata ricoverata all'ospedale quella mattina. Nel messaggio leggo tutto il peso di una giornata che questa mia amica non avrebbe proprio voluto andasse in quel modo. In fondo all'sms questa frase: "Che strana la vita...".
Mi sforzo di immedesimarmi nella sua situazione. Cerco le parole giuste per farle sentire la mia vicinanza e per rincuorarla, per quanto sia possibile. Poi, mi soffermo, per riprendere nel mio messaggio di risposta, di cui non mi curo della lunghezza, quella sua riflessione sulla stranezza della vita. Ed in effetti è vero; un'attimo prima stai pensando a qualcosa ed un attimo dopo la tua giornata, se non la tua settimana, o il tuo mese, o addirittura la tua vita, prendono una piega diversa, magari completamente diversa. E' certo che questa mia amica non si sarebbe mai immaginata venerdì sera di trascorre un sabato così. La stranezza certe volte della vita sta nella sua imprevedibilità; se l'evento che si manifesta all'improvviso è positivo, lasciamo che la nostra vita venga sconvolta serenamente, non curandoci troppo dei cambiamenti che intervengono. Mentre se l'evento è negativo la nostra esistenza viene sconvolta bruscamente, e con lei i nostri piani, i nostri progetti e le nostre aspettative. Spesso questi eventi negativi riguardano la salute delle persone a cui siamo naggiormente legati. Si realizza solo in certe situazioni quanto si è attaccati sentimentalmente ad una persona, maledicendo la superficialità o la sbadataggine con cui siamo abituati a vivere la relazione con quella persona. Purtroppo in un attimo le cose possono cambiare dannatamente in peggio.
Di fronte a quanto accaduto, appreso da quell'sms, realizzo che i mie problemi di quella sera sono davvero di poco conto. Posso solo ritenermi fortunato ad avere una serata così movimentata. In un attimo anche la mia giornata cambia volto. E allora continuo il mio viaggio verso casa, ma stavolta col sorriso sulle labbra.

Ripensandoci, a tarda serata penso che il 2010 se ne andato portandosi via due persone che conoscevo piuttosto bene: Gabriella e Walter. Sono molto legato alle loro famiglie e ai loro figli. La vita di queste persone è cambiato all'improvviso, per sempre. Cosa resta loro dei loro cari? Penso l'affetto e il ricordo, da tenere sempre vivi perchè non vadano persi. Come lacrime nella pioggia.

giovedì 6 gennaio 2011

IL LAVORO PAGA

Aereo Palermo-Milano. E' il 20 Agosto. Sbarchiamo intorno alle 22.00. Ritorno da due fantastiche settimane in Sicilia.
La testa è già proietta però alla mattina successiva; iniziano gli allenameenti dei Giovanissimi Nazionali della Pro Patria dove, udite udite, proverò la nuova esperienza di preparatore atletico.

2 Gennaio 2011, più o meno stesso orario, ritorno da una settimana di sci e neve a Livigno. La mattina successiva sarò già in campo col Mister e i ragazzi della Pro Patria. Non sono per niente convinto d'aver fatto la scelta giusta, perchè in montagna, a sciare, sarei potuto rimanere altri cinque giorni se l'avessi voluto. Bastava una chiamata. Mi convico però che l'opportunità che ho è più unica che rara e che non posso trascurare troppo quest'impegno. Il programma è ricco, in sei giorni: quattro allenamenti e due partite di campionato contro le due squadre più forti.Si lavora sodo, con molta serietà ed impegno, nonostante i giorni di vacanza e le feste invitino a far ben altro.
Il giorno dell'Epifania, cioè oggi, i Magi ci portano un gran bel dono: una partita giocata piuttosto bene e la quasi insperata vittoria contro il Genoa! La gioia è immensa al fischio finale, la si legge sul volto di tutti, in campo e fuori. E' solo una vittoria, lo so, alla quale potranno anche seguire diverse sconfitte, ma per chi ci ha lavorato sopra, ha fatto dei sacrifici e delle rinunce, la soddisfazione è ancora più grande. E' proprio vero, come recita il titolo di questo post, il lavoro (ri)paga...sempre!

Mi torna anche in mente un film che ho visto proprio ieri "Tutta la vita davanti". Un bel film italiano (stranamente). Ve lo consiglio perchè secondo me merita ed è assolutamente attuale. La bravura, l'impegno, l'abnegazione e la convinzione dei propri mezzi possono farci raggiungere risultati fantastici. L'importante è non accontentarsi, non sedersi, non cercare sempre, per forza, la strada più comoda o più facile.

martedì 4 gennaio 2011

IL COPRILETTO ROSSO

Ho questo ricordo: un copriletto rosso acceso, di un tessuto simile al velluto con delle venature, delle coste, molto marcate che lo rendevano molto morbido al tatto. Si abbinava perfettamente alle finiture dei mobili della camera. Per diverso tempo è stato sul letto accanto al mio, nella mia camera, cioè nella camera mia e di mia  sorella Marta. Ero molto piccolo, ma lo ricordo abbastanza distintamente. Quando poi è venuto anche per mia sorella il momento di passare al letto grande, quello vero e proprio, abbandonando il lettino con le sponde, il coprilletto è stato tolto e messo da parte. per una ventina d'anni credo, o qualcosa meno.

Ieri è ricomparso. Quasi magicamente. Tornato a casa dalla settimana a Livigno lo ritrovo al suo posto, sul letto accanto al mio, come un lunghissimo flashback della durata di decine di anni. Mi ha fatto un certo effetto; ho relizzato allora, come già sapevo da tempo, che mia sorella si è trasferita, se ne è andata a vivere da un'altra parte sostanzialmente.
E' già successo altre volte di passare del tempo senza la sua "presenza" in camera e devo dire, non lo nego, che non disprezzavo la situazione. Quando capitava godevo di alcune libertà in più derivanti appunto dallo stare in camera da solo.
Alcuni giorni ci si incrociava solo lì, nel momento d'andare a letto, oppure mentre uno dei due dormiva già; spesso senza scambiarsi nemmeno la buonanotte.
A ripensarci abbiam trascorso nella stessa stanza, a un metro scraso di distanza, la stragrande maggioranza delle notti della nostra esistenza.

Questa volta è diverso però, è per sempre. Penso a tutte le aggevolazioni che mi spettano ora: prima di tutto un sacco di spazio libero negli armadi! Poter far tardi al computer quando mi pare! Accendere la luce a tutte le ore della notte o del mattino!
Però c'è comunque un velo di malinconia e nostalgia per una persona, mia sorella, che non dorme più nel letto accanto al mio. Al suo posto, ora, solo un copriletto rosso.

sabato 1 gennaio 2011

PRIMO

Ho deeciso di farmi un regalo. Un Blog.
L' 1/1/'11 nasce questo blog, come si dice spesso "anno nuovo, vita nuova" e queste pagine vorrei mi aiutassero a viverla questa vita in modo diverso, più intenso, più consapevole del fatto che ogni attimo non tornerà mai ed addirittura, quasi sicuramente, andrà dimenticato, come lacrime nella pioggia. E allora eccola la citazione giusta, da "Blade Runner", un film futuristico del 1982 con Harrison Ford, ma decisamente fine e riflessivo, che ho vista svariati anni fa al Cineforum dell'Oratorio e che solo negli ultimi anni ho rivalutato pienamente:
"Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire."
Dovete sapere che sono un amante dei film, ma solo di quelli belli, belli per davvero. Quei film che ti lasciano di sasso, perchè ti hanno colpito, emozionato, segnato. O che comunque ti lasciano un ricordo, un pensiero. Blade Runner è sicuramente uno di quelli.

Vorrei esprimere al meglio i miei intenti per quanto riguarda questo blog: in queste righe vorrei lasciare un segno, alcune riflessioni e alcuni ricordi di quello che mi succede e mi è successo, delle persone che incontro e dei luoghi che visito. Tutto qua.