sabato 14 gennaio 2012

I SOGNI SON DESIDERI

Progetti, desideri e idee che sarebbe bello, prima o poi, mettere in atto:
  1. APRIRE UN OSTELLO CARINO IN CENTRO COMO COL PRODE FOLCI
  2. FARE UN BEL VIAGGETTO IN DUE IO E MARIKA
  3. ANDARE A VEDERE IL MILAN ALLO STADIO CON CHI MI HA TRASMESSO LA FEDE ROSSONERA, CIOE' MIO PAPA'
  4. APRIRE E GESTIRE UN BEERSHOP (MAGARI CON ANGOLO DEGUSTAZIONE...)
  5. ATTRAVERSARE GLI U.S.A. SULLA ROUTE 66 A BORDO DI UN WESTFALIA
  6. AVERE ANCORA PIU' TEMPO LIBERO
  7. ANDARE A VIVERE IN UNA CASA CON GLI AMICI
  8. FARE IL GIRO DEL MONDO
  9. RIACQUIASTARE UNA MACCHINA FOTOGRAFICA REFLEX
(...)

sabato 7 gennaio 2012

ROBA SERIA

Solo ventiquatr'ore fa stavo preparanda i bagagli nella mia camera di albergo dell'hotel Atlantic di Torino Borgaro. Si concludeva così per i Giovanissimi Nazionali della Pro Patria il Torneo Internazionale Tappari. Purtroppo la sfida con la Juventus, che quasi giocava in casa, ci ha visti sconfitti. Un colpa di testa su punizione al limite dell'area ha regalato la vittoria ai bianconeri. Peccato perchè avremmo anche avuto l'occasione di pareggiare e i ragazzi ce l'hanno messa proprio tutta in campo: l'impresa è stata molto vicina questa volta.
Ma andiamo con ordine. In quattro giorni abbiamo giocato cinque partite. La prima il pomeriggio che siamo arrivati a Torino con la Biellese vinta 2-0; il secondo giorno due partite a poche ore di distanza l'una dall'altra con Aygreville e Pavia: la prima vinta 2-0 e la seconda persa amaramente 4-1. Qualificati al secondo posto del girone abbiamo superato ancora per 2-0 il giorno successivo i padroni di casa del Lucento negli ottavi di finali, ma ci siam dovuti arrendere alla Signora nei quarti di finale. Alla fine l'obiettivo di uscire dal campo a testa alta l'abiamo raggiunto, però rimane comunque l'amerezza di aver perso un'occasione. La squadra ci teneva davvero sta volta, lo testimoniano le lacrime di qualcuno negli spogliatoi.
Per pochi giorni ho provato la vita da professionista, albergo, ristorante (anche se il nostro era un self-service), pullman e campo di gioco. Il tutto reso ancora più affascinante dalla vicinanza di squadre altolocate come Atalanta, Borussia Dortmund, Padova, Torino, Albinoleffe, Pavia, Juventus, Pro Vercelli e gli stranieri del Sion e dell' Ujpest. La giornata tipo era sempre in funzione della gara: orario della colazione, passeggiata, risveglio muscolare in albergo, riunione tecnica del mister, gara e cena. Serviti e, un pochino, anche riveriti. E' stato per me un onore avere la possibilità di fare quest'esperienza. Mi son anche goduto la vita in albergo e ho iniziato a capire come mai i calciatori diventano anche campioni di videogiochi, tra ritiri e trasferte è più il tempo che si passa in camera che in campo.
Ho anche potuto ammirare da vicini preparatori e allenatori decisamente più bravi del sottoscritto. C'è da lavorare parecchio se si vuole arrivare in cima. Ma io sono pronto.

lunedì 2 gennaio 2012

TANTE DONNE E UN ANGELO

Devo assolutamente metter per iscritto questi pensieri prima che la routine e la pioggia di oggi li facciano sbiadire nella mia memoria. Vi parlo di Lucia, Lilli, Daniela, ma soprattutto di Pierina, Rosi, Giovanna, Angelo, Patrizia, Adele e Anna. Vivono in Puglia e dedicano la loro vita agli altri. Ho avuto la fortuna di conoscere da vicino la realtà di un centro dove vengono accolti bambini che il tribunale allontana dalle famiglie di origine. Le storie di questi bimbi hanno a che fare spesso con maltrattamenti, diseducazione e abbandono. Stare loro vicino ti riempie il cuore di gioia, l'affetto che cerchi di dare ti ritorna indietro centuplicato. E' a dir poco incredibile come si siano affezzionati a noi, che siamo andati a trovarli, in così poco tempo.
A pochi chilometri, poi, c'è chi si da da fare da anni con gli immigrati, cercando di aiutarli come può, visto che le istituzioni non riescono a capirne le reali esigenze. In fondo un pasto caldo la sera e un posto dove dormire, a volte, sono più che sufficienti. C'è chi, addirittura, nonostante possa permettersi un tenore di vita invidiabile, decide di assistere chi non ha nulla perchè questo lo rende felice.
Gli educatori, i responsabili, gli operatori che ho avuto la fortuna di conoscere sono i veri artefici di queste realtà. La loro passione, la loro abnegazione sono ammirabili; si, è vero, è il loro lavoro, ma è anche la loro missione. E' palese che queste persone siano indiscutibilmente serene, felici, consapevoli; sanno gioire della gioia altrui, mettendo da parte, qualche volta, la loro. Ma forse mi sbaglio: il mio punto di vista è egoistico, la loro gioia è la gioia altrui e per questo sono felici. Più renderanno felici i bambini, gli extracomunitari, i bisognosi che hanno accanto più loro stessi saranno felici.
Ho avuto la fortuna di poter conoscere queste isole felici dove regna la pace e l'amore. Delle vere e proprie isole, in un paese dove regna sempre più l'egoismo e la diffidenza. La cornice, poi, è fantastica: la Puglia racchiude una bellezza rurale sconvolgente. Ostuni, Lecce, Alberobello, Polignano a Mare e Castellana Grotte sono posti che consiglio spassionatamente di visistare prima o poi.
Chissà se un giorno rivedrò queste persone e quei bambini. Per ora li porto nel cuore, sperando di aver lasciato anche nei loro un buon ricordo. Il mio è ancora pieno dei loro sorrisi, primo su tutti quello sdentato della piccola Rosalina.