lunedì 2 gennaio 2017

ESPERIMENTO DI DE-CELLULARIZZAZIONE

Prima di partire per tre giorni in  montagna con gli amici decido di lasciare a casa il cellulare; avrei potuto portarlo e lasciarlo spento ma non sarebbe stata la stessa cosa. Sono orgoglioso del mio esperimento sociale e soprattutto del risultato. Maggiore attenzione verso le persone che mi stanno intorno, più tempo a disposizione per fare realmente quello che mi piace fare, minor senso di insoddisfazione e, al ritorno, reale comprensione del fatto che del capodanno degli altri effettivamente non me ne importa molto (un po' come canta Rovazzi) e consapevolezza di aver sempre fatto la cosa giusta al momento giusto e di aver dedicato una parola, un gesto o semplicemente un'attenzione alle persone della mia vita reale, quella vera.
Porto avanti il mio lavoro e le mie passioni con una caterva di mail, post su facebook e messaggi whatsapp. Spesso ne sono fagocitato e, come dice il detto, il troppo stroppia a volte.
Ricorderò a lungo il Capodanno 2017 de-cellurarizzato! Un esperimento destinato ad essere ripetuto assolutamente e che vi invito a provare il prima possibile!

martedì 19 gennaio 2016

SANDALI PER SCARPE

Uno dei regali più graditi di questo Natale da parte mia sono state un paio di Crocs. Avevo assolutamente bisogno di qualcosa di nuovo da mettere ai piedi per sostituire i sandali da mare che usavo prima. Sono stati ai miei piedi per sette lunghi anni. Li avevo acquistati alla Decathlon da portare nello zaino per il cammino di Santiago, un buon compromesso tra scarpa leggera e calzatura per fare la doccia, così da non occupare inutile spazio nel mio già pesante bagaglio. Inoltre ricordo che non ero assolutamente un simpatizzante delle infradito o forse non andavano ancora così di moda.
Poi li ho usati come ciabatte/pantofole in casa per svariate stagioni.
Tolsi le mie Nike quel giorno a Santiago dopo 800 Km e non le rimisi più (mi avevano un po' stufato anche) tornai così a casa in sandali, permettendo ai poveri piedi di rilassarsi un po'. Le scarpe non le ho buttate, naturalmente, le conservo gelosamente in una scatola sopra l'armadio. Credo che oltre ad essere un bel cimelio le tengo perchè possano ripartire. Non sono loro che lo vogliono ma io. Ripartire per morire e tornare a vita nuova. Di nuovo.

venerdì 1 gennaio 2016

MI DISPIACE PER BUFFON

Mi dispiace per lui (Buffon Gianluigi) ma il titolo di "Super" questo giro tocca ad un altro Gigi. Super Gigi aveva una sfida ben più ardua di una parata plastica all'incrocio dei pali da superare. Super Gigi ha vinto, non una partita, non una coppa o uno scudetto, ha vinto una battaglia, praticamente una guerra. Rimane il mio eroe per il 2015 che é appena terminato, a lui darei il pallone d'oro, l'oscar e anche il premio Nobel. Si, ok, sono un po' di parte, insieme ne abbiamo combinate tante: dalle sospensioni nei chierichetti, ai teatri insieme, ai giri in bicicletta, gli allenamenti e i pomeriggi insieme. Me l'ha detto lui qualche settimana fa in uno struggente messaggio vocale:"diffondi la (buona) novella" e io non faccio altro che eseguire gli ordini. Insomma "il Gigi" ha superato un grosso, grossissimo ostacolo; tutti quelli che lo conoscono hanno pregato per lui e gli sono stati vicini. Per tutti noi inizia un nuovo anno, cosa sono i nostri problemi in confronto a quelli di Super Gigi? Per noi inizia un nuovo anno, per lui, credo, una nuova vita, non possiamo avere paura dei piccoli cambiamenti o delle infime difficoltà che la vita lavorativa mette sulla nostra strada.
Ecco, Super Gigi io ti farei una statua per questo 2015, così quando sono stanco, ho paura o sono affranto mi possa ricordare di te e di quanto sei forte.
Grazie della forza che mi hai dato e continui a darmi!

venerdì 11 dicembre 2015

SAN PEDRO

Qualche anno fa allenando la squadra di Under 13 del GS Villa Guardia, io e Marika avemmo la necessità di un aiuto logistico per le trasferte. Trovammo in Andrea Pedretti quello che cercavamo. Persona fidata e responsabile, molto disponibile. Ci permettevaamo il lusso di andare direttamente alla palestra delle gare in trasferta oppure ci "copriva" se dovevamo andare via prima o se eravamo in ritardo; inoltre si rendeva disponibile per montare la rete, arbitrare o fare il referto. Niente di trascendentale ma già ci aveva fatto intuire di che pasta fosse fatto il buon Pedro (soprannome vetusto dei tempi in cui giocava a calcio nella Pol.Azzurra).
Andrea Pedretti da Villa Guardia segue la sua vocazione diventando a tutti gli effetti dirigente della squadra dove giocava la figlia. Appena la nuova presidentessa della sezione pallavolo del GSV mi chiese qualche nominativo di genitori fidati per aiutare la pallavolo del GSV non esitai un istante a fare il suo.
Ora Andrea é molto di più di un semplice portaborracce, é un tuttofare, sempre disponibile è sempre presente, pronto al dialogo è capace dell'ascolto. È la prova tangibile che se si desiderano dei cambiamenti, invece di borbottare é meglio rimboccarsi le maniche. Se si vede in bisogno, invece di lamentarsi ci si può adoperare per risolvere la situazione. Con la buona volontà si può fare tutto anche impratichirsi di uno sport che si conosce appena. La dimostrazione tangibile che chi fa da sè fa per tre! Insomma, metterci il tempo e la faccia non è da tutti, solo chi è davvero generoso ed umile può farlo.
Grazie PEDRO, intercedi per noi!

venerdì 4 settembre 2015

BACI E PICCOLI (RI)MORSI

Era un giorno imprecisato del mio soggiorno in Toscana. Imprecisato perché in vacanza si perde spesso la cognizione del tempo, o meglio, usciamo dalla routine quotidiana che ci fa dire con certezza quale giorno della settimana sia. La spiaggia che quel giorno avevamo raggiunto non ci aggradava granché, anche se c'eravamo già stati una decina di giorni prima, oggi l'avevamo raggiunta da un'altro ingresso e non ci stava certo entusiasmando. Contavo sul raggiungere la zona dove eravamo già stati visto che era sicuramente migliore di dove eravamo in quel momento. Sarà stata la stanchezza o lo scoramento, ma la truppa decise di accamparsi lì ed io, giustamente, non ero affatto d'accordo. Ma la maggioranza era schiacciante. Inviperito ed adirato a più non posso mi sono isolato per sbollire un po'; il mio passatempo così è diventato portare  a termina quell'inizio di capanna fatta con rami e bastoni che si trovava adiacente la nostra postazione. Ad aggravare la situazione a poche decine di metri un ragazzo autistico in acqua emetteva grida cadenzate abbastanza fastidiose. Pensavo: "Bella giornata che si prospetta!"
A ripensarci mi sembro un bambino capriccioso. Per diversi minuti, forse anche mezz'ora, mi prodigo nel sistemare una inutile e minuscola capanna, mentre i mie compagni vacanzieri ormai sprofondano nel mondo dei sogni. Mi tiene compagni solo la voce del ragazzo in acqua che non smette di emettere versi. Finalmente lo vedo che sta per uscire dall'acqua, ad aspettarlo a riva dopo un lunghissimo ammollo un signore alto e distinto con aperto fra le mani un accappatoio blu in microfibra proprio come il mio. Avevo cercato con lo sguardo sulla spiaggia la famiglia di quel ragazzo ed avevo ipotizzato con chi fosse venuto, ma quel signore proprio non l'avevo notato. In effetti riaccompagna il ragazzo proprio in fondo alla spiaggia, vicino alla pineta: sta in piedi davanti a lui e gli sorride mentre inizia ad asciugarlo. Fa finta di morsicarlo sul collo più volte ed il ragazzo ride di gusto, è un gioco che fanno spesso deduco. I morsi diventano baci. Il ragazzo è grande avrà di sicuro più di vent'anni. E' una scena fantastica ed io mi soffermo a guardarla; come me anche la signora sdraiata poco più in là che non riesce a continuare il suo libro. Il signore, ipotizzo sia il padre del ragazzo, continua nell'operazione di asciugatura, ha preso un asciugamano e, inginocchiatosi, lo passo amorevolmente sulle gambe ed i piedi del ragazzo. I due sembrano fare dei gesti che ripetono spesso, forse anche più volte al giorno. Il padre veste il figlio con un costume asciutto ed una maglietta poi gli allaccia i sandali, ogni tanto gli scappa anche qualche altro morso scherzoso che si tramuta sempre in bacio. Quindi l'uomo sistema la sua roba, mette via il giornale, piega gli asciugamani e col figlio sotto braccio si incammina nella pineta. Non sono nemmeno le undici di mattina; probabilmente la loro giornata al mare finisce qua. Chissà a che ora sono arrivati questa mattina penso. Do uno sguardo alla signora col libro: con lo sguardo segue ancora le figure dei due che si allontanano, poi posa il libro con l'indice fra le pagine per tenere il segno e guarda l'infinito orizzonte di fronte a lei per godere appieno della scena a cui abbiamo appena assistito. Anch'io sono molto colpito, mi sento anche un po' uno stupido per essermela presa in quel modo. Penso a quanto sono fortunato. Penso a quanto è fortunato quel ragazzo ad avere un padre che gli voglia così bene. Penso di aver assistito a poche scene di amore vero così. Penso che avrei voluto conoscerlo, che avrei voluto stringergli la mano, fargli i complimenti e ringraziarlo. Penso che i miei problemi non sono nulla in confronto ai suoi.

mercoledì 27 agosto 2014

30 SUL CAMPO

Scimmiottando un po' lo slogan della Juve di qualche hanno fa mi torna in mente di aver compiuto trent'anni. Non ricordo assolutamente cosa pensassi all'ultimo cambio di decina, però mi sembra che questi dieci anni siano trascorsi abbastanza velocemente. Molti ricordi: la maggior parte belli. Alcuni di questi li rivivo con la stessa intensità grazie a questo Blog che, effettivamente, ha cessato di esistere per qualche anno.
Ciò che lo animava era proprio lo scapo di mettere un po' per iscritto la mia vita. Credo che il meccanismo "social" dei blog mi abbia poi condotto troppo a scrivere forzatamente perdendo lo slancio iniziale, ricercando troppo i gusti dei lettori piuttosto che il gusto dell'unico lettore per cui è stato ideato questo spazio virtuale: il sottoscritto.
Per cui mi impegno a farlo rivivere, a far rivivere la mia vita, anno dopo anno, ricordo dopo ricordo.
30 sul campo e non sentirli.

giovedì 2 gennaio 2014

I LOVE BERLIN

Esattamente ventiquattr'ore fa ero nel locale jazz più famoso del centro di Berlino sorseggiando una favolosa birra scura e assistendo al mio primo, e non ultimo spero, concerto jazz dal vivo.
Ora mi trovo qui, a casa, davanti alla televisione e i giorni passati in Germania sembrano già un ricordo lontano. Eppure questa mattina mi sono svegliato nella bellissima capitale tedesca! Una città grandiosa sotto tutti i punti di vista, dove vorrei vivere. In effetti per quasi quattro giorni io e Marika ci abbiamo vissuto grazie all'appartamento di mio cugino Marco. Il suo distretto è uno dei più belli, in Berlino est, ricchissimo di café, locali e ristoranti, assolutamente a misura d'uomo, dove antico e moderno convivono creando uno stile curatissimo e gradevolissimo. I mezzi pubblici sono a dir poco strepitosi. Strade grandi, poco trafficate, ampi marciapiedi e piste ciclabili, parchi e zone verdi in ogni dove. Tutto questo condito con prezzi sotto la media delle città italiane, tanti giovani e parecchio rispetto: delle regole, del prossimo, della città.
Solo passeggiare per le vie della città rende di buon umore.
È incredibile come una città devastata dalle guerre e dalle divisioni abbia raggiunto un livello così alto di eccellenza. Dove siamo rimasti noi italiani? Dove ci hanno portato i nostri governanti negli ultimi 25 anni?
Vorrei vivere a Berlino. Ancora.

lunedì 23 dicembre 2013

ADAMO

Ciao Adamo. Anche tu ci saluti più presto di quanto avremmo voluto. Ci incontravamo una volta all'anno in occasione della Fiaccolata, fortuna vuole che quest'anno siamo stati fianco a fianco nella'edizione più dura e soddisfacente mai realizzata. Era sempre un piacere parlare con te, un onore cercare di ricordare qualche tuo insegnamento sulla vita. Eri sempre pronto alla battuta e allo scherzo. Grandissimo tifoso rossonero. Sempre disponibile, sempre pronto a soccorrere chi aveva bisogno d'aiuto con premura e generosità. Pago della vita e dei suoi piaceri. Eri una di quelle persone a cui difficilmente darei "del tu", perchè sono come degli insegnanti, dei maestri, e meritano infinito rispetto e gratitudine.
Grandissimo Adamo sei stato mio autista in tante avventure, non voglio dimenticarti mai! Seguimi ancora, io porterò anche la tua luce se riesco, se mi vedi vacillare basta un colpo di clacson o un grido che capirò.

martedì 25 giugno 2013

VISTI PER VOI (8)

CHA CHA CHA

Se misurassi la bellezza di un film per il numero di persone che lo guardano avrei da tempo smesso di vederne; ieri sera in sala eravamo in quattro, per davvero.
Il fatto di per sè che in Italia vengano prodotti film di questo tipo è già un successo; vuol dire che qualcuno crede nel buonsenso, crede che ancora ci sia senso critico e non solo cinepanettoni con letettedifuori.
Questo è un poliziesco all'italiana. Di italiano ha che anche quelli che dovrebbero essere buoni e superpartes sono più cattivi e infami dei cattivi. Purtroppo è la cruda verità, è questa la società in cui viviamo...in cui ci ostiniamo di voler vivere. Ci accontentiamo di ballare, perchè pensiamo che questa sia la vita che così debbano andare le cose.
  

★★★★★★★✰✰✰

VISTI PER VOI (7)

IL CAMMINO PER SANTIAGO
The Way

Il Cammino è difficile anche da raccontare: è difficile riuscire a trasmettere la magia che si crea dai Pirenei all'Oceano.
Questo film ci prova e secondo me quasi ci riesce.
Nuovi compagni di viaggio; lasciarsi e ritrovarsi; essenzialità; vino e buona tavola; riflessione; personaggi strani; cambiamento; paesaggi mozzafiato; nuovi amici; ospitalità; fatica; musica; disturbatori del sonno; filosofia... io ci sono stato e vi assicuro che è così e ne vale la pena; come vale la pena di vedere questo film.
Per ricordare, per partire e, magari, per tornare!


"E' questo il problema papà la vita non va scelta va vissuta!"


★★★★★★★★✰✰